I decessi giornalieri legati al Coronavirus sono ancora sotto la soglia dei 400. Secondo il bollettino del ministero della Salute diffuso dalla Protezione Civile, nelle ultime 24 ore le vittime sono state 391. I nuovi pazienti positivi invece sono 15.146, con un tasso di positività arrivato al 5,2% e l’Umbria che si avvicina ad essere la prima regione a tornare di nuovo in zona rossa. Gloria Taliani, professoressa ordinaria di Malattie infettive alla Sapienza di Roma, ci spiega nella rubrica Numeri in chiaro perché ora la partita si gioca tutta sui territori.
«Il tasso di positività varia da regione a regione. Va dal 3% della Toscana al 12% dell’Umbria», spiega Taliani. «Questo significa che ci sono delle variabilità su base regionale che in qualche modo si riflettono anche sull’attenzione. Ci sono territori in cui il virus è particolarmente radicato». E non solo il virus è radicato ma anche le sue varianti. È questo il quadro che è emerso dall’analisi dei casi nella provincia di Perugia: «Il fatto che Perugia abbia un tasso di positività così alto rappresenta un cluster di circolazione del virus: conferma il fatto che le varianti hanno una maggior trasmissibilità. L’Umbria non è un caso isolato».
La varianti non sono però l’unico dato da controllare. Anche l’accesso alle strutture di ricovero è un dato che sta cominciando a salire: «Le caratteristiche dei pazienti che hanno bisogno del ricovero sono standard. Negli ultimi giorni questo valore è aumentato di quasi un punto percentuale: questa crescita non può essere casuale. C’è una maggiore probabilità che il virus determini un quadro clinico rilevante. E questo potrebbe essere collegato alla circolazione di nuovi ceppi virali».
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