I numeri in chiaro, Maga: «Questa fase stabile può finire presto per le varianti: il governo Draghi potenzi il tracciamento» – Il video

Per il direttore del laboratorio di Virologia Molecolare presso l’Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Pavia, l’indice di trasmissibilità «sta aumentando, ma potrebbe essere fisiologico, giacché siamo passati a una fase di alleggerimento in tutte le zone»

«Una fase stabile, senza variazioni significative». È così che descrive lo stato attuale della diffusione dei contagi da Coronavirus in Italia Giovanni Maga, direttore del laboratorio di Virologia Molecolare presso l’Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Pavia, commentando i dati del bollettino di oggi, 13 febbraio. «Anche se l’ultima analisi dell’Iss evidenzia qualche segnale di peggioramento in alcune zone», ammette Maga a Open. L’indice RT «sta aumentando, ma potrebbe essere fisiologico, giacché siamo passati a una fase di alleggerimento in tutte le zone. Dobbiamo evitare che la tendenza si inverta e i contagi aumentino di nuovo». 


Le varianti

Le stime oggi «parlano di circa il 18% dei casi ascrivibile alla variante» scoperta in Inghilterra, ragiona Giovanni Maga. Una percentuale ancora minoritaria. «Non ci sono dati che indicano una fase esplosiva. Ma se la variante è, come dicono gli studi, al 30% più infettiva, bisogna tenere sotto controllo questi focolai per evitare che si allarghino». Bene quindi le zone rosse locali, come accaduto per Perugia.


Le priorità del governo Draghi

Il nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi ha giurato oggi, con la riconferma di Roberto Speranza ancora a capo del ministero della Salute. Ma da dove deve ripartire ora il nuovo governo? «Credo sia giusto dare continuità», dice Maga. «Dovrebbe aumentare gli sforzi per consentire alle strutture di continuare la vaccinazione in modo rapido e incisivo». E nell’aumentare la capacità di tracciamento. «Ma anche di essere pronti ad affrontare un eventuale aumento dei casi laddove si dovesse verificare, con il sistema di sorveglianza e il numero dei sequenziamenti dei genomi virali per poter intercettare le varianti».

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