Nei mesi peggiori della pandemia l’Italia ha registrato il 50% di morti in più rispetto agli anni precedenti

Secondo l’Eurostat, da marzo a novembre 2020, nei Paesi dell’Ue sono morte circa 450 mila persone in più

Arriva dai dati dell’Eurostat un’ulteriore conferma dell’impatto che la pandemia di Coronavirus ha avuto sulla mortalità negli Stati membri dell’Unione europea. Secondo il rapporto pubblicato oggi, 16 febbraio, e relativo all’arco di tempo da marzo a novembre 2020, nei Paesi dell’Ue sono morte circa 450 mila persone in più rispetto alla media dei quattro anni precedenti nel medesimo periodo. In Italia, nei mesi peggiori della pandemia, la mortalità ha registrato un balzo di circa il 50%.


Il picco di marzo in Italia

Il primo picco a livello europeo è stato registrato nel mese di aprile (con un incremento del 25%), quindi i decessi sono tornati a scendere nei mesi di maggio, giugno e luglio, per poi tornare a salire a settembre. Il secondo picco è arrivato a novembre, con un incremento complessivo del 40% circa. Anche l’Italia ha seguito una traiettoria simile, superando però la media europea soprattutto nei primi mesi della pandemia.


Quando a marzo la media europea registrava un incremento del 15% circa, in Italia i decessi erano quasi il 50% in più rispetto agli anni precedenti. Soltanto nel mese di maggio il dato in Italia è tornato sotto la media europea, fino a novembre, quando il Paese ha registrato un nuovo aumento del 50% circa, contro il 40 percento europeo.

La curva italiana e la media europea a confronto. Il grafico mostra la percentuale di decessi in più registrati l’anno scorso rispetto alla media del periodo 2016-2019.

I numeri di Francia e Germania

Tra i Paesi più colpiti nella prima fase dell’epidemia figurano anche la Spagna (+79,4% ad aprile), il Belgio (+73,9%) e l’Olanda (+53,5%). La Spagna ha registrato un netto incremento anche da giugno in poi. Quanto al Belgio, come l’Italia, ha superato la media europea da ottobre in poi (fatta eccezione per un picco ad agosto). Germania e Francia, invece, sono rimaste al di sotto della media Ue nel corso della prima e della seconda ondata, a eccezione del picco di aprile.

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