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L’arresto del rapper catalano Pablo Hasel barricato nell’università: aveva attaccato su Twitter la famiglia reale – Il video

L’artista 33enne si era barricato dentro l’Università di Lleida dopo la condanna a nove mesi per le offese al re

«Morte allo Stato fascista», grida alla folla mentre viene arrestato. Il rapper Pablo Rivadulla i Duró, in arte Pablo Hasel, è andato in carcere, dove sconterà nove mesi di reclusione per offese alla corona spagnola e alla polizia. L’artista 33enne si era barricato dentro l’Università di Lleida, sua città natale, per sfuggire simbolicamente al mandato contro di lui dopo la condanna per gli insulti contenuti nei post su Twitter e nei suoi testi hip-hop. «Dovranno piegarmi per prendermi», aveva twittato nei giorni scorsi.


Non si tratta del primo caso di un artista coinvolto in vicende giudiziarie del genere nel Paese iberico. Negli ultimi anni, in particolare, la categoria dei rapper in Spagna è piuttosto osteggiata dalle autorità anche per motivi politici, come accaduto al maiorchino Valtònyc, per il quale ha interceduto un giudice del Belgio, Paese dove si è rifugiato, così da impedirne l’estradizione. Le vicende dei performer perseguiti per offese e “glorificazioni del terrorismo” sono oggetto di una mobilitazione firmata da circa 200 artisti spagnoli, tra cui Javier Bardem e Pedro Almodovar, per richiedere il rilascio di Hasel.


L’arresto del rapper catalano ha riaperto il dibattito sulla riforma del sistema di giustizia spagnola, dove la repressione nei confronti della libertà di espressione si è inasprita. In tale contesto, dal 2015, è stata promulgata la cosiddetta ley mordaza, la legge bavaglio che punisce diverse manifestazioni della libertà di espressione tanto da far parlare di «ritorno agli anni bui del franchismo».

Video: Instagram/libertahasel

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