Coronavirus, in Veneto sequenziate 17 varianti: 4 quelle preoccupanti. In 24 ore mille casi e 30 vittime

Intanto la variante inglese risulta essere presente nel 17,7 per cento dei casi. Nel Padovano e nel Veneziano trovata in 2 pazienti, che non erano stati all’estero, la variante brasiliana

Aumenta l’incidenza dei contagi da Coronavirus in Veneto sui tamponi effettuati. Nelle ultime 24 ore, il dato registrato dalla regione è di un’incidenza del 3,13 per cento, a fronte di 33.254 test. «È un numero ancora basso ma in crescita. Vi ricordo che dall’ 1,5% delle settimane scorso siamo passati al 3%», ha osservato il presidente del Veneto, Luca Zaia, durante la conferenza stampa quotidiana di presentazione del bollettino regionale. Nelle ultime 24 ore sono 1.042, per l’esattezza, i nuovi contagi registrati in Veneto. Cala il numero delle persone ricoverate. Dei 1.425 ricoveri, 1.290 si trovano in area non critica (– 46 da ieri), mentre 135 (+1) si trovano in terapia intensiva. Le persone decedute sono invece 30, per un bilancio complessivo di 9.651 vittime da febbraio 2020. Mentre il totale delle persone dimesse è di 15.521.


I vaccini

«Non ci sono novità sui vaccini, la questione è in mano ai tecnici», ha chiarito Zaia. «Il dottor Flor – ha proseguito, riferendosi al direttore generale della Sanità regionale – è ancora in attesa della risposta sui numeri. Io non li so perché non li voglio sapere, la nostra linea è di indirizzo e governo e non deve coincidere con le trattative. Il rispetto dei ruoli è fondamentale. I tecnici sono pagati per curare l’aspetto burocratico, noi diamo solo gli indirizzi». Zaia commenta anche la campagna vaccinale che secondo lui starebbe andando avanti a un ritmo troppo lento: «Ci servono più dosi. Nel migliore dei casi ne riceviamo 100mila alla settimana. Con 400mila dosi al mese si riescono a vaccinare 200mila persone. È un ritmo lentissimo».


Le varianti

Sono 17 in tutto le mutazioni del Covid identificate in Veneto, 4 delle quali sono state indicate come «preoccupanti» dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. A spiegarlo è la dottoressa Antonia Ricci, direttore generale dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie, al termine di uno studio che ha visto la sequenziazione di 519 tamponi da ottobre ad oggi. La variante inglese risulta essere presente nel 17,7 per cento dei casi. Nel Padovano e nel Veneziano trovata in 2 pazienti – che non erano stati all’estero – la variante brasiliana.

Foto in copertina di repertorio: EPA/VICTORIA JONES

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