La sfuriata è proseguita nel dietro le quinte, durante il quiz di cultura Gettu betur
La tensione di una grande sfida, sfogata distruggendo lo studio tv. In Islanda un concorrente del quiz di cultura generale Gettu betur, in onda dal 1986 sul canale Ruv, si è infuriato durante la manche finale dello show nel momento in cui un suo avversario ha dato una risposta corretta. Quando lo sfidante ha risposto correttamente, il concorrente ha rovesciato il suo leggio e gettato in aria il suo bicchiere di acqua insieme a quello del compagno di squadra. A quel punto i conduttori hanno cercato di farlo calmare, ma il ragazzo ha continuato sfogare la sua frustrazione nel dietro le quinte. Il programma è molto noto in Islanda, tanto che esiste un gioco da tavolo di largo successo. Nello show, alcune squadre composte da tre studenti universitari o delle superiori si sfidano su temi di cultura generale per vincere un premio.
Assenteismo, corruzione e gare d’appalto truccate. Sono dodici arresti gli arresti disposti dalla Procura di Napoli Nord nella maxi-indagine sulla Asl di Caserta, denominata “Penelope”, che vede indagate 79 persone in totale tra funzionari e dipendenti. Tra loro anche il presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero del Pd, indagato per traffico di influenze per un singolo episodio. Le autorità giudiziarie hanno disposto anche 6 misure interdittive e un sequestro di oltre 1,5 milioni di euro.
Il tutto è stato possibile grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali, attraverso le quali sono emerse numerose violazioni penali – come l’affidamento a poche ditte di lavori di ristrutturazione e adeguamento. In cambio, la Asl riceveva somme di danaro e regali vari. La stessa indagine, nel novembre scorso, aveva portato alla sospensione di 22 “furbetti del cartellino”, tra cui importanti funzionari in servizio al distretto Asl di Aversa.
Corruzione ai danni dei pazienti psichiatrici
Stando a quanto emerso dalle indagini, veniva appaltata a società compiacenti anche la gestione di pazienti con patologie psichiatriche, i quali venivano affidati a strutture esterne convenzionate senza alcuna valutazione del piano terapeutico riabilitativo da parte del competente organo specialistico. L’onere della degenza – del valore di diverse migliaia di euro per ciascun paziente – risultava a carico dell’Asl di Caserta.
A coronare il tutto, gli investigatori hanno scoperto diversi episodi di corruzione: i gestori delle strutture di riabilitazione convenzionate con la Asl pagavano tangenti in denaro e con altre utilità e altre utilità ai funzionari pubblici che dovevano tutelare i pazienti, in cambio dell’affidamento diretto e dell’omessa attività di controllo sui piani riabilitativi.
Sparizione dei fondi per i pazienti delle fasce deboli
Nel corso dell’attività investigativa del Nas di Caserta, è emersa anche la sparizione dei fondi destinati ai progetti – mai attuati – per la cura dei pazienti delle cosiddette “fasce deboli”. Secondo gli investigatori, sarebbero finiti nelle tasche dei dipendenti del Dipartimento di Salute Mentale.
Gli appalti truccati del 118
Secondo gli inquirenti, l’affidamento dei servizi di trasporto in emergenza (118) avveniva in cambio di regali e assunzioni. La gestione del 118 era in capo a un’associazione di volontariato, i cui vertici, in cambio dell’affidamento, avrebbero corrisposto regali e favori (come l’assunzione dei familiari) a uno dei componenti della commissione e ad altri dipendenti coinvolti dell’Asl.
Altri abusi
Durante l’inchiesta, il Nas ha scoperto che il mantenimento degli incarichi di vertice all’Asl avveniva mediante traffici di influenze illecite. Inoltre, è stato accertato l’acquisto di beni strumentali ad uso privato con i fondi pubblici dell’Asl.