Orban gioca di anticipo: per non farsi cacciare i deputati di Fidesz lasciano il Partito popolare europeo


Il premier ungherese Viktor Orbán coglie in contropiede il Partito popolare europeo (Ppe) e, per evitare di farsi cacciare, ritira gli eurodeputati di Fidesz dal gruppo al parlamento europeo. «Gli emendamenti delle regole del gruppo del Ppe sono chiaramente una mossa ostile contro Fidesz. Limitare i nostri eurodeputati nella loro capacità di rappresentare i nostri elettori è antidemocratico, ingiusto e inaccettabile», ha commentato Orban nella lettera spedita al presidente del gruppo di centrodestra, Manfred Weber, in cui annunciava il ritiro della delegazione del suo partito «con effetto immediato».
March 3, 2021
Il voto
Proprio oggi infatti il gruppo del Ppe al Parlamento europeo ha votato una modifica al suo regolamento interno, che avrebbe consentito in poche settimane di sospendere Fidesz. La proposta – che permette il Ppe di scegliere, tramite un voto, di escludere uno o più membri del gruppo – è passata con un totale di 148 voti a favore e 28 contrari. Che Orban potesse giocare d’anticipo era nell’aria da un po’. Già domenica il primo ministro ungherese aveva scritto una lettera al presidente del gruppo del Ppe, Manfred Weber, annunciando che – nel caso di una riscrittura delle regole – avrebbe portato il partito fuori dal gruppo prima della sospensione. Diversi funzionari ed eurodeputati si erano detti fiduciosi che, una volta introdotte le nuove regole, il gruppo avrebbe votato per sospendere gli 11 membri di Fidesz (un membro del partito ungherese è già stato sospeso).
Le tensioni nel Ppe
Inoltre, il partito Fidesz era già stato sospeso dal gruppo a partire dal marzo 2019, anche se i suoi eurodeputati erano rimasti parte del Ppe. L’uscita definitiva dal gruppo segna il culmine non soltanto di mesi ma di anni di tensioni e scontri all’interno del Ppe. La parte più moderata del gruppo di centrodestra – il più grande nel parlamento europeo – è stata molto critica nei confronti di Fidesz, sia per la mancata tutela delle minoranze in Ungheria, dagli immigrati alla comunità LGBTQ+, sia per quella che è stata più volte caratterizzata come una deriva autoritaria e liberticida del premier ungherese, reo di aver limitato la libertà di stampa e di aver chiesto e ottenuto i pieni poteri, approfittando della pandemia.
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