Covid, a Napoli la protesta di parrucchieri, barbieri ed estetisti: «Non siamo untori, i ristori non bastano» – Il video

Centinaia di lavoratori del settore della cura della persona hanno manifestato: «Siamo piccole attività artigianali e in questo momento le nostre perdite sono i costi fissi»

Una protesta per «non mettere l’arte da parte», con tanto di taglio e piega in strada. A Napoli, in Piazza del Plebiscito e tra le vie del centro storico, hanno manifestato circa 300 professionisti tra parrucchieri, estetisti e lavoratori del settore della cura della persona, per protestare contro le condizioni in cui sono costretti a sopravvivere dall’inizio della pandemia da Coronavirus. «Con questi ristori non rientriamo», ha detto all’Ansa il parrucchiere Massimo Murolo, durante il sit-in organizzato da Confesercenti, AssoEstetica e dal movimento “Stamm’ ca”. «Siamo piccole attività artigianali e in questo momento le nostre perdite sono i costi fissi», ha proseguito l’imprenditore. «Ho avuto due ristori da 600 euro, ma nella vita normale fatturavo oltre 5.000 euro al mese con cui pago l’affitto, i dipendenti e le utenze».


Tra le questioni portate dai manifestanti, anche i protocolli di sicurezza previsti per evitare i contagi. «Quanti titolari di negozio sono stati contagiati?», chiede il vicepresidente di “Stamm’ Ca” Enzo Quagliozzi, anche lui parrucchiere ad Arco Felice, in provincia di Napoli. «Fateci capire dove stanno gli untori e allora noi saremmo i primi a tutelare i clienti. Io ho un negozio di 140 metri quadri, ho deciso di far entrare al massimo 5 persone, ho più di tre metri di distanza per non avere problemi. Abbiamo tutti i numeri per stare tranquilli e invece ci hanno tolto il lavoro e paghiamo le tasse senza guadagnare».


Video: Ansa

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