Vaccini, Figliuolo: «Le riserve sono per gli anziani. Come si fa a dormire dopo aver dato una dose a un amico?»

Il supercommissario punta all’accelerazione di aprile: «Se il sistema regge, a settembre chiudo la campagna vaccinale»

È passato circa un mese dal momento in cui il generale Francesco Paolo Figliuolo è subentrato a Domenico Arcuri come supercommissario contro il Coronavirus. Oggi, in un’intervista al Corriere della Sera, pone gli obiettivi della campagna vaccinale: dare priorità agli anziani e arrivare a 500 mila somministrazioni al giorno. In coordinamento con il ministero della Salute, la struttura commissariale ha «messo un punto fermo» su chi deve essere vaccinato in priorità (i più fragili, ndr), senza «sbandare su categorie essenziali poco declinate e frutto dell’italica inventiva».


Le categorie

Il riferimento è alle regioni, che hanno esteso la priorità non solo a categorie come insegnanti e forze dell’ordine, ma anche a professionisti diversi. Tra i più noti alle cronache c’è stato il caso della Toscana, che aveva iniziato le vaccinazioni anche per i lavoratori della giustizia come gli avvocati (e che era stata il teatro dell’ormai famoso “caso Scanzi“). «Questo atteggiamento deve scomparire – ha detto Figliuolo – perché ora il piano è molto chiaro. C’è una tabella di priorità. Speranza ha declinato le categorie dei fragili e ora non ci sono più margini per le interpretazioni: se abusi ci sono, sono voluti».


I numeri

In tutto in Italia abbiamo al momento 2.066 hub vaccinali (a fine febbraio ce ne erano 1.500). Secondo Figliuolo, il mese di aprile sarà decisivo, perché si incrocerà un consistente arrivo di vaccini con la verifica delle capacità dei punti di vaccinazione: tra due settimane, ha detto, «staremo a 300 mila dosi al giorno» e «l’ultima settimana del mese arriveremo a somministrare 500 mila dosi giornaliere». Se il sistema regge, a fine settembre «chiudo la campagna».

Le liste di riserva: «No a nepotismi, vadano sempre per priorità»

Sui familiarismi e i «nepotismi», il generale ha detto: «Io non so come uno possa dormire la notte sapendo che avrebbe potuto salvare una vita e invece ha dato il vaccino all’amico». Ben vengano le liste di riserva, ma non senza criterio: devono essere in analogia col piano vaccinale e devono riguardare gli ottantenni e i settantenni. «Non è che fai venire tuo cugino dicendo aspetta che ti vaccino con la sesta dose che rimane».

Immagine di copertina: Ansa

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