Ad aprile verso 500 mila vaccinazioni al giorno, ma il piano di Figliuolo rischia lo stallo: arrivano le dosi, mancano ancora i vaccinatori

L’obiettivo di somministrare 500mila dosi al giorno entro la fine di aprile sembra farsi più distante, in parte per le mancate consegne delle dosi, in parte per la carenza di personale. E le Regioni vanno a caccia di volontari

La campagna vaccinale anti-Covid, nella maggior parte delle Regioni, sta iniziando a ingranare. Solo ieri sono state 282.158 le dosi somministrate, sfiorando così l’obiettivo di 300 mila inoculazioni fissato nel piano nazionale proprio per fine marzo. A aprile l’asticella si dovrebbe alzerare ulteriormente, con l’obiettivo di raggiungere 500 mila somministrazioni al giorno. Un obiettivo tanto ambizioso quanto necessario quello fissato dal generale Figliuolo e dal Governo, ma che rischia di non essere raggiunto per due motivi. Da un lato la carenza di dosi consegnate, dall’altro e la mancanza di personale idoneo alla somministrazione dei vaccini.


Le Regioni corrono più delle consegne

Già, perché le mancate consegne hanno impattato sulla campagna vaccinale, e diverse Regioni come Veneto, Lazio, Puglia, Umbria, Friuli Venezia Giulia da diversi giorni lanciano l’allarme delle scorte di vaccino che stanno esaurendo, con il conseguente rischio di dover fermare la campagna vaccinale. Tuttavia, per il mese d’aprile è previsto l’arrivo di 8 milioni di dosi dei vari prodotti, a cui si aggiungono le consegne di quest’ultima settimana: 1,3 milioni di dosi AstraZeneca, 1 milione di Pfizer e 500 mila vaccini Moderna. E poi ci sono i 7,31 milioni di vaccini monodose di Johnson&Johnson che dovrebbero arrivare da qui a giugno, rischiando però di arrivare in ritardo rispetto ai ritmi più sostenuti che sta prendendo la campagna. 


I farmacisti non bastano per correre davvero

Una volta che verrà sciolto il nodo delle consegne, però, si presenterà un altro problema: la carenza di personale idoneo alla somministrazione dei vaccini. Medici ospedalieri, medici di base, farmacisti, specializzandi, medici volontari andati in pensione sono già stati chiamati e allertati, ma rischiano di non bastare. E così, si sta pensando di allargare ulteriormente la platea dei possibili vaccinatori. Il problema è però su scala nazionale, e i presidenti di Regione continuano ormai da giorni a lanciare appelli alla ricerca di volontari medici, infermieri in pensione, odontoiatri, assistenti sanitari, personale dei centri medici privati, così come di volontari non specializzati disponibili a evadere le pratiche amministrative, e pronti a dare una mano nella gestione delle code e file nei centri vaccinali.

A caccia di volontari

Emblematico il caso della Sardegna, dove mancano oltre 200 medici e personale sanitario per riuscire a tenere il passo rispetto alla tabella di marcia fissata dal governo. In Piemonte, il governatore Alberto Cirio, ha lanciato una campagna di reclutamento di volontari per le vaccinazioni, con cotanto di manifesto sulla falsariga di quello impiegato dall’esercito statunitense con il volto dello Zio Sam, ma con le sembianze di Camillo Benso Conte di Cavour.

Dallo staff del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, comunicano invece che sono stati reclutati 1.500 specializzandi e si è raggiunta la disponibilità a vaccinare da parte del 90% dei medici di base, a cui si aggiungeranno successivamente le farmacie. Infine, in Emilia-Romagna il presidente Stefano Bonaccini ha scelto la strada della contrattualizzazione degli specializzandi di medicina, cui verrà richiesto un impegno di 12 ore di lavoro settimanale per almeno un mese (prorogabile secondo le necessità). Insomma, l’obiettivo delle 500 mila vaccinazioni quotidiane dipenderà in grossa misura da questi due aspetti: dosi disponibili (puntualità delle consegne permettendo) e capacità vaccinale. 

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