Crisanti: «Parlare di riaperture non ha senso». E sui vaccini: «Basta con l’assalto alla diligenza, proteggiamo gli anziani»

Il professore dell’Università di Padova condivide la scelta di non ammettere il passaggio a zone gialle per tutto il mese di aprile: «Tutte queste oscillazioni che hanno stremato l’Italia sono il risultato della pressione per provvedimenti demagogici»

Non sarà sufficiente aspettare l’estate per tornare a parlare di normalità. Secondo Andrea Crisanti, non saremo fuori dall’emergenza prima di «settembre o ottobre». Salvo la possibile destabilizzazione della curva epidemiologica causata dalle varianti. Il professore di Microbiologia all’Università di Padova, ospite a Un giorno da Pecora, ha spiegato: «Prima arriverà il calo della letalità, poi vedremo che le ondate ci saranno continuamente, ma saranno sempre più basse, con picchi massimo di 3 mila contagi». Dunque, l’uscita dalla fase acuta dell’Italia dalla pandemia di Coronavirus «sarà una cosa per fasi».


Crisanti, nel corso della trasmissione, ha espresso il suo favore al decreto Covid approvato ieri, 31 marzo, dal Consiglio dei ministri: «Non è pensabile tornare alle zone gialle entro fine mese e non credo che sia desiderabile. Tutte queste oscillazioni che hanno stremato l’Italia sono il risultato della pressione per provvedimenti demagogici. Se il 30 di aprile si abbassano i contagi e il numero di morti diminuisce a quel punto la zona gialla diventa plausibile. Parlare di aperture adesso non ha senso».


La stoccata sui vaccini

Già da tempo Crisanti invita alla cautela in tema di riaperture: «Vale sempre la pena essere ottimisti. Ma come sarà questa estate dipende da quante persone riusciamo a vaccinare. Io aspetterei, farei più last minute quest’anno». Infine, sulla campagna vaccinale, il professore ha aggiunto: «Basta con l’assalto alla diligenza di tutte queste categorie, la verità è che bisogna proteggere gli anziani. Una volta fatto questo, forse, riusciremo ad uscirne».

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