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Ibrahimovic sorpreso al ristorante in zona rossa. Il proprietario: «La smettete di rompere i c******i con sta pandemia?»

12 Aprile 2021 - 16:01 Redazione
Il calciatore del Milan era stato scelto come testimonial della campagna di sensibilizzazione di Regione Lombardia

Zlatan Ibrahimovic, testimonial di Regione Lombardia per la campagna di sensibilizzazione contro il Coronavirus – «usa la testa, rispetta le regole, distanziamento e mascherina, sempre, vinciamo noi», recitava lo spot – domenica 11 aprile è stato fotografato in un ristorante di Milano, aperto all’ora di pranzo, in palese violazione delle restrizioni anti-contagio previste in zona rossa. La notizia e le foto del calciatore del Milan sono state pubblicate da Fanpage. Assieme all’attaccante svedese c’era anche un altro ex calciatore rossonero, Ignazio Abate.

Il ristoratore: «Una cosa tra amici»

Tano Simonato, proprietario del ristorante Tano passami l’olio, ha confermato la circostanza: «Ibra, Ignazio e un altro amico carissimo sono venuti a trovarmi, siamo stati lì un paio d’ore e poi se ne sono andati a casa». Il ristoratore he negato però che Ibra abbia effettivamente pranzato nel locale: «È stata una cosa tra amici, non hanno pranzato, da amici abbiamo bevuto un bicchiere di vino». Alle obiezioni del giornalista che ha fatto notare come il ristorante, al pari di tutti gli altri locali di Milano, domenica scorsa avrebbe dovuto essere chiuso per via delle restrizioni legate alla pandemia, Simonato ha letteralmente perso le staffe: «Ma quale c***o di pandemia, ma la smettete di rompere i c******i con sta pandemia?».

Ibra si difende: niente pranzo, solo un incontro di lavoro

Successivamente fonti vicine a Ibrahimovic, citate dalla Gazzetta dello Sport, hanno tentato di “sgonfiare” la portata dell’episodio. Domenica, da Tano passami l’olio, non sarebbe stato consumato alcun pranzo in violazione delle regole. Piuttosto si sarebbe trattato di un incontro di lavoro per parlare d’affari. Occorre tuttavia ricordare che il ristorante aveva aderito alla protesta IoApro e che lo stesso Simonato ha dichiarato pubblicamente di avere «un buco da 500 mila euro».

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