Palù (Aifa): «Il richiamo con AstraZeneca è sicuro. Ma con pochi vaccini corriamo ai ripari: prime dosi a più persone possibili»

Il direttore dell’Agenzia del farmaco: «Quando un vaccino passa dalla sperimentazione all’applicazione sul campo, i piani possono subire modifiche: non ci basiamo su opinioni, ma su dati pubblicati»

Giorgio Palù torna a insistere sulla sicurezza di AstraZeneca anche per la dose di richiamo, dopo settimane di caos e preoccupazioni che continuano a minare la campagna vaccinale anti Covid. Il presidente dell’Aifa, spiegando in un’intervista al Corriere della Sera le ragioni alla base delle ultime decisioni e indicazioni dell’Agenzia di farmacovigilanza italiana, precisa: «Siamo in guerra contro un nemico terribile e non possiamo ragionare come se vivessimo nella normalità». E i cambi di programma in corso d’opera, per quanto fonte di confusione, sono un’eventualità da considerare. 


Palù: «Non ci sono evidenze di eventi avversi scatenati dal richiamo con AstraZeneca»

Palù ribadisce: «Quando un vaccino passa dalla sperimentazione su poche decine di migliaia di persone all’applicazione sul campo con decine di milioni, le evidenze possono consolidarsi e i piani subire modifiche. Non ci basiamo su opinioni ma su dati pubblicati». E in tal senso si pone la decisione di confermare la somministrazione con doppia dose di AstraZeneca anche nella popolazione under 60, anche perché «non c’è alcuna evidenza di eventi avversi scatenati dal richiamo». «I casi di trombosi molto infrequenti e segnalati dopo la prima somministrazione in soggetti giovani – spiega – hanno spinto ad alzare la guardia» e, conseguentemente, all’indicazione di destinare il vaccino a un’altra fascia di popolazione.


Palù: «C’è carenza di vaccini, dobbiamo correre ai ripari almeno con la prima dose»

Quanto all’estensione dell’intervallo di richiamo vaccinale, da 21 fino a un massimo di 42 giorni, per i preparati di Pfizer e Moderna, il presidente dell’Aifa da un lato ribadisce che «in linea teorica sarebbe meglio rispettare l’intervallo di tempo tra le due dosi». Ma, al contempo, «c’è carenza di vaccini – prosegue – dobbiamo correre ai ripari: bisogna proteggere il più alto numero di cittadini. Anche poche settimane guadagnate ritardando la seconda dose sono utili». D’altra parte, però, «non bisogna andare oltre questo periodo – puntualizza ancora Palù – per non rischiare di vanificare l’efficacia complessiva del vaccino». 

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