Il Senato approva la cittadinanza italiana per Patrick Zaki. Liliana Segre: «Ci sarò sempre per parlare di libertà» – Il video

La senatrice a vita è andata in Senato per partecipare alla discussione sulla mozione per riconoscere la cittadinanza italiana a Patrick Zaki, lo studente che da più di un anno è in prigione in Egitto

Oggi 14 aprile, il Senato ha approvato la mozione per assegnare la cittadinanza italiana a Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna incarcerato al suo ritorno in Egitto dalle autorità del Cairo lo scorso 7 gennaio, con l’accusa di propaganda sovversiva. L’ordine del giorno a Palazzo Madama è stato approvato con 208 sì, nessun contrario e 33 astenuti, tra cui i senatori di Fratelli d’Italia. Alla mozione discussa a Palazzo Madama, durante la quale si è chiesto al governo di attivarsi anche a livello europeo per sollecitare le autorità egiziane alla liberazione dello studente, ha partecipato anche la senatrice a vita Liliana Segre. «A dare un nome a quest’emozione speciale c’è la firma e la presenza in Aula di Liliana», ha riferito durante il suo discorso il senatore del Pd Francesco Verducci.


«Il nome di Segre porta con sé, accanto a quello di Zaki, un valore incommensurabile, perchè porta con sé l’enormità della Storia, un monito contro ogni tipo di discriminazione, contro ogni totalitarismo, contro ogni violazione dei diritti umani e civili. Pochi giorni fa, Zaki ha affidato alla sua compagna, nascosto tra le pagine di un libro, un messaggio scritto in italiano e rivolto a noi. Diceva: “Sto ancora resistendo, grazie del supporto a tutti“. Ecco», conclude Verducci, «quando Zaki saprà che avremo approvato questa mozione alla presenza di Liliana Segre in questa Aula potrà essere orgoglioso dell’Italia. Il Paese che ha scelto. E anche noi, potremo esserlo quando finalmente Zaki sarà libero».


«C’è qualcosa nella storia di Patrick Zaki che prende in modo particolare, ed è ricordare quando un innocente è in prigione. Questo l’ho provato anch’io e sarò sempre presente, almeno spiritualmente quando si parla di libertà» sono le le parole della senatrice a vita Segre a Radio Popolare. «Ricordo cosa sono i giorni passati dentro la cella – ha raccontato – quando non si sa se preferire la porta chiusa o che si apra e qualcuno entri e ti faccia o ti dica qualcosa che ti possa far soffrire ancora di più».

Video: Agenzia Vista/Alexander Jakhnagiev

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