Monitoraggio Gimbe, meno casi ma più ricoveri in terapia intensiva: «Con le riaperture saliranno i contagi»

Il presidente della Fondazione: «Il progressivo ritorno al giallo determinerà una risalita della curva epidemica. In tempi brevi, non esiste alcuna possibilità di ridurre i contagi per riprendere il tracciamento»

Le curve dei contagi e dei ricoveri continuano a flettersi grazie alle restrizioni delle ultime settimane. Ma gli oltre 200 ingressi giornalieri per Covid nei reparti di terapia intensiva e il numero dei decessi non permette di abbassare la guardia. A rilevarlo è la Fondazione Gimbe nel documento settimanale di monitoraggio dell’andamento epidemiologico relativo alla settimana  periodo che va dal 7 al 13 aprile 2021. «I nuovi casi e la loro variazione percentuale continuano a scendere – ha dichiarato il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta -, ma con un bacino di 520 mila casi attualmente positivi è impossibile riprendere il tracciamento dei contatti».


«Bisogna tener presente che se gli effetti di un’Italia rosso-arancione si protrarranno per almeno 3 settimane – specifica Cartabellotta – il progressivo ritorno al giallo determinerà una risalita della curva epidemica anche se mitigata dalla ridotta probabilità di contagio all’aperto per l’aumento delle temperature. Inoltre, in tempi brevi, non esiste alcuna possibilità di ridurre i contagi a 50 per 100.000 abitanti al fine di riprendere il tracciamento». Nel dettaglio, rispetto alla settimana precedente, sono state infatti rilevate le seguenti variazioni: 


  • Decessi: 3.083 (+7,5%, esclusi i 258 decessi comunicati dalla Regione Sicilia riferiti a mesi precedenti);
  • Terapia intensiva: –217 (-5,8%);
  • Ricoverati con sintomi: –2.385 (-8,1%);
  • Isolamento domiciliare: –33.883 (-6,5%);
  • Nuovi casi: 106.326 (-15,4%);
  • Casi attualmente positivi: –36.485 (-6,6%).

La situazione ospedaliera

«Sul fronte ospedaliero le curve dei ricoveri con sintomi e delle terapie intensive hanno iniziato una discesa lenta e irregolare. Ma i numeri assoluti restano elevati e in molte Regioni gli ospedali sono ancora in affanno», spiega Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari Gimbe. Infatti, a livello nazionale l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva (39%) e area medica (41%) risulta essere alle soglie d’allerta rispettivamente del 30 e 40%. Sette Regioni ancora sopra la soglia di allerta per i posti letto di area medica e 13 per le terapie intensive. «Si conferma il calo dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva, ma ogni giorno la media degli ingressi supera i 200», osserva invece Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione.

Vaccinazioni over 80: 1 su 4 non ha ancora ricevuto la prima dose

Arranca anche la campagna vaccinale, e in particolare preoccupa la mancata somministrazione di almeno una dose di vaccino alle fasce più deboli della popolazione: un over 80 su quattro, infatti, non ha ricevuto ancora prima dose, stando ai dati rilevati dalla Fondazione. Tra le fasce più a rischio, osserva Gimbe, «solo il 43,9% della platea ha completato il ciclo vaccinale e il 32% ha ricevuto la prima dose, mentre tra i 70 e 79 anni solo il 3% ha completato il ciclo vaccinale e il 23,4% ha ricevuto la prima dose. Per quanto riguarda le dosi destinate ai soggetti ad elevata fragilità, oltre la metà delle dosi (1,6 milioni) è stata somministrata ad over 70 mentre il 47,6% (1,5 milioni) è andato a persone under 60, dove possono rientrare soggetti a elevata fragilità e loro caregiver».

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