Grillo, scoppia il caso della sottosegretaria Macina (M5s): «Accuse politiche». Bongiorno la querela e la Lega chiede le dimissioni

L’esponente pentastellata ha ipotizzato che la senatrice abbia rivelato a Salvini atti del processo coperti da segreto. Il Carroccio: «Cartabia la licenzi». Lei replica: «Sono stupita»

«Non si capisce se parla da difensore» oppure «da senatrice». È bufera su Anna Macina, sottosegretaria alla Giustizia in quota M5s, che con queste parole ha pubblicamente attaccato Giulia Bongiorno, senatrice della Lega e avvocato della ragazza che accusa di violenza sessuale Ciro Grillo, figlio del garante pentastellato Beppe. Macina, intervistata dal Corriere della Sera, ha definito il video postato su Facebook dal leader del suo partito «l’urlo di dolore di un papà». E pur prendendo le distanze dell’episodio («doveva essere evitato»), ha tentato di “leggerlo” in chiave squisitamente familiare: «Riconduciamolo alla sfera privata e lasciamo fuori la politica». Poi, però, la stessa Macina ha tirato in ballo proprio la politica, facendo una serie di ipotesi che hanno spinto Bongiorno a querelarla e la Lega a chiedere le sue dimissioni.


Beppe Grillo, infatti, per dimostrare la presunta innocenza di suo figlio sui social ha fatto riferimento a un altro video agli atti dell’inchiesta, noto solo agli inquirenti e alle parti in causa perché protetto dal segreto investigativo. «Io non l’ho visto», ha detto Macina al Corriere, «mi chiedo se non l’abbia visto Matteo Salvini» che «in tv ha riferito di averne parlato con Giulia Bongiorno e ha detto di aver saputo altri dettagli. Non è che questo video che non doveva vedere nessuno, lui l’ha visto? Sarebbe grave» utilizzare «per fini politici una vicenda in cui non si capisce se Bongiorno parla da difensore (che ha quel video), o da senatrice che passa informazioni al suo capo di partito di cui è anche difensore» per i casi Gregoretti e Open Arms.


La replica di Bongiorno

Un’uscita che ha provocato la reazione immediata di Bongiorno: «Dopo la scelta di Grillo di formulare accuse alla famiglia della vittima e alla procura, oggi il sottosegretario alla Giustizia Macina si lancia in fantasiose, gravissime accuse a mio carico. Mossa dalla cultura del sospetto (verso i nemici) che caratterizza il M5s, il sottosegretario Macina lede gravemente la mia immagine di essere umano, prima ancora che di avvocato, nel provare a insinuare che io abbia reso noti a chicchessia atti del processo. Mi occupo di violenza sulle donne da decenni come a tutti è noto. Ho assunto questo incarico un anno dopo la denuncia che ha dato vita alle indagini e non ho mai parlato con nessuno di questo procedimento nonostante le numerose e pressanti richieste dei giornalisti. Il sottosegretario Macina dovrà rispondere di queste affermazioni farneticanti in sede giudiziaria».

La Lega ha quindi chiesto le dimissioni della sottosegretaria e Salvini stesso ha fatto sapere che agirà contro di lei in tutte le sedi civili e penali. «Macina come Grillo, si vergognino per gli attacchi alle donne e si dimettano dai loro incarichi», ha detto il leader del Carroccio. Alla richiesta di dimissioni si sono uniti anche esponenti di altre forze politiche. Da Enrico Costa, responsabile Giustizia di Azione, che ha chiesto alla ministra Marta Cartabia di «cacciare Macina seduta stante», a Lucia Annibali di Italia Viva, che ha invitato la sottosegretaria a «fare immediatamente un passo indietro e dimettersi». Mentre per Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, «le parole di Macina sono inaudite e dimostrano chiaramente che è inadeguata a ricoprire l’incarico». Il caso è esploso anche alla Camera, con il deputato della Lega Flavio Di Muro che ha chiesto un «intervento immediato» di Cartabia: «Giacché la sottosegretaria Macina non lascerà con le sue gambe le comode poltrone di via Arenula, la ministra Cartabia la licenzi. È normale che un esponente di governo in un momento così delicato si dedichi alle teorie complottistiche, prendendo una posizione pubblica in un processo ancora in corso? La situazione è grave».

Macina: «Stupita da questo polverone»

Macina, dopo ore di silenzio, ha replicato: «Le mie parole erano, e sono, un invito a sgombrare il campo da equivoci e ambiguità su una vicenda rispetto alla quale non mi sono mai permessa di entrare nel merito ma che non deve essere politicizzata. Sono stupita dal polverone che ne è nato, da parte mia nessuna accusa ma un semplice interrogativo, sorto dopo alcune dichiarazioni a mezzo stampa del senatore Salvini. Solo la richiesta di chiarezza e trasparenza».

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