M5s, è il giorno del divorzio da Rousseau. Iovino: «Continueremo a usare una piattaforma. Lo sfogo di Grillo? Lo comprendo» – L’intervista

È arrivato il giorno della deadline fissata da Casaleggio: non è stato trovato l’accordo per il ripianamento dei debiti contratti dai 5 stelle con l’Associazione Rousseau. Ne parliamo con Luigi Iovino, deputato del Movimento

Tempo scaduto. L’ultimatum di Davide Casaleggio, in cui chiede al Movimento di versare 450 mila euro all’Associazione Rousseau, non ha trovato sponde nei 5 stelle. È solo l’inizio dello scisma che porterà i grillini a emanciparsi dall’ecosistema Rousseau e dal Blog delle stelle: la questione potrebbe finire nelle aule di tribunale per la contesa del database degli iscritti. E mentre va in scena lo showdown sulla piattaforma digitale, gli strascichi del video pubblicato da Beppe Grillo, che celebra il processo e assolve il figlio prima che siano i giudici a pronunciarsi sull’accusa di stupro, crea imbarazzo nei parlamentari.


Poi, c’è una terza questione che coinvolge la magistratura. Il tribunale di Cagliari, attestando l’assenza di un rappresentante legale del Movimento, ha nominato come curatore dei 5 stelle l’avvocato Silvio Demurtas. Questo perché gli iscritti hanno abolito l’organo del Capo politico, occupato ad interim dal reggente Vito Crimi, e approvato la modifica dello statuto che prevede l’istituzione di un Comitato direttivo di cinque persone. E senza la piattaforma digitale di Casaleggio, queste persone non possono essere elette dagli iscritti né può essere modificato ancora una volta lo statuto per garantire a Giuseppe Conte un ruolo di primus inter pares.


È il ginepraio giuridico, oltre che politico, nel quale si è cacciato l’ex premier. Il quale, raccontano persone a lui vicine, sarebbe «seccato» dall’ennesima tagliola sistemata da Grillo nel già accidentato sentiero di rifondazione del Movimento. Prima le dichiarazioni sul limite del secondo mandato, poi la querelle sul simbolo dei 5 stelle e, per ultimo, il video che strozza anni di progresso in materia di violenza sulle donne e fa macerie delle battaglie giustizialiste del Movimento stesso. A onor del vero, erano stati proprio i grillini a proporre e a votare il Codice Rosso, nel luglio 2019, per una maggiore tutela di donne e soggetti deboli che subiscono violenze e maltrattamenti.

«Piena fiducia nella magistratura e rispetto per la ragazza coinvolta e la sua famiglia. Umanamente, però, sono vicino a Beppe in questo momento di difficoltà e lo comprendo». A parlare a Open è Luigi Iovino. Il deputato più giovane della XVIII legislatura, attivista del Movimento dal lontano 2013, ha portato in parlamento numerose battaglie che riguardano gli studenti universitari. Nella legge di Bilancio 2021 e nel Dl Rilancio, due suoi emendamenti hanno permesso lo stanziamento di 35 milioni di euro per il rimborso degli affitti degli studenti fuorisede. Sul nuovo Movimento targato Conte promette: «Presto avremo un organigramma e ruoli ben definiti».

Oggi – 22 aprile – scade l’ultimatum fissato da Davide Casaleggio per saldare i debiti accumulati dal Movimento nei confronti dell’associazione Rousseau. Sarà solo un passaggio formale verso un’altra piattaforma digitale o è la fine di un’era politica e del Movimento come lo conoscevamo?

«Ci sono principi nel Movimento che non potranno mai tramontare. E il più solido tra questi è la nostra democrazia diretta. Ci sarà sempre la consultazione dei nostri iscritti e la promozione della partecipazione dal basso nei nostri processi decisionali».

Ma senza una piattaforma che nei prossimi mesi garantisca la partecipazione degli iscritti al Movimento, come si fa a legittimare la leadership di Conte e a scegliere la linea per le elezioni amministrative?

«Non c’è miglior forma di legittimazione di un leader che quella del consenso della nostra base. Soprattutto in questa fase di riavvicinamento e rinnovata fiducia da parte di tantissimi attivisti e cittadini. Nessuno ha detto che non ci sarà più una piattaforma. Ci sarà sempre una forma di consultazione dei nostri iscritti».

Orfani di Rousseau e, adesso, anche Beppe Grillo viene messo in discussione per il video di stampo garantista. Cosa pensa dell’uscita del garante del Movimento?

«Parliamo di una vicenda molto delicata, nella quale c’è da rispettare da un lato una ragazza e la sua famiglia. Personalmente, io sono rispettoso del lavoro degli inquirenti, confermo piena fiducia nella magistratura, in particolar modo quando si tratta di vicende come questa. Umanamente, però, sono vicino a Beppe in questo momento di difficoltà e lo comprendo. Non dimentico quanto Beppe ha dato a questo Paese senza chiedere nulla in cambio».

Il lavoro di ricostituzione del Movimento in un neo-Movimento, per usare le parole di Conte, si scontra, oltre che con l’affaire Rousseau, anche con questioni giudiziarie: il tribunale di Cagliari ha bloccato le espulsioni perché a Crimi non è riconosciuto un ruolo di rappresentanza. Come si esce da questo stallo?

«Non vedo alcuno stallo. Rifondare una forza politica richiede tempo. Sugli espulsi che hanno fatto ricorso alla giustizia ordinaria non mi pronuncio, aspettiamo gli sviluppi con fiducia. Ad ogni modo, non saranno certo dei ricorsi nei tribunali a determinare il volto della nostra forza politica, questo sarà deciso sempre dagli iscritti e dai suoi esponenti».

Il fermento interno al Movimento è dovuto, in questa fase, all’assenza di leadership o alle troppe leadership in contrasto tra loro?

«Purtroppo è dovuto al fatto che ci siamo trovati ad affrontare una fase di transizione non facile nei mesi in cui è esplosa la pandemia. Oggi, sebbene siamo in prima linea nella lotta al virus e nel lavoro di risanamento del Paese, stiamo affrontando con maggiore serenità questo nuovo corso e affrontando i nodi non più rinviabili. E presto avremo un organigramma e ruoli ben definiti, un M5s forte è un M5s utile agli italiani e in grado di incidere di più per il bene del Paese e dei nostri giovani».

Il lavoro per strutturare l’alleanza con il Pd deve passare dalle elezioni comunali. Dal centrosinistra, però, arrivano secchi “no” al secondo mandato di Virginia Raggi. È un nome che può essere messo in discussione in virtù di una manovra politica più ampia?

«Personalmente in questi mesi, in quanto facilitatore campano ai rapporti interni, sono impegnato per le elezioni amministrative dei comuni campani, dove il Movimento ha deciso di presentarsi. Su Roma abbiamo un sindaco uscente che ha svolto un ottimo lavoro e dobbiamo concentrarci su come sostenere con ancora più forza l’impegno portato avanti in questi cinque anni da Virginia Raggi».

Eppure le critiche all’amministrazione Raggi arrivano dai partiti di ogni colore politico. Persino alcuni consiglieri comunali del Movimento hanno deciso di lasciare la maggioranza in Campidoglio.

«Virginia Raggi ha ereditato un disastro sia dal punto di vista amministrativo che economico, e oggi lascia una città con le casse risanate e di gran lunga migliore, in particolare per quanto riguarda i trasporti, la viabilità e le periferie. Governare Roma oggi è procedere su una strada in discesa grazie a Virginia Raggi e ogni interlocuzione con le altre forze politiche deve partire riconoscendo il suo lavoro».

Leggi anche: