Migranti, oltre 100 morti nel naufragio di un gommone al largo della Libia. L’Onu: «Gli Stati si sono rifiutati di salvarli» – Il video

Safa Msehli, portavoce dell’Oim, ha scritto su Twitter parole durissime: «Lasciati morire in mare. L’umanità è affogata»

Oltre 100 migranti sono morti nel naufragio di un gommone al largo della Libia. Secondo quanto riferito dall’equipaggio della Ocean Viking, 130 persone erano a bordo dell’imbarcazione che ha tentato la traversata del Mediterraneo in condizioni di mare proibitive e di cui si sono perse le tracce a Nord-Est di Tripoli. «Impossibile che ci siano dei sopravvissuti», ha detto Francesco Creazzo di Sos Mediterranee. Mentre Safa Msehli, portavoce dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni dell’Onu (Oim), ha scritto su Twitter parole durissime: «Lasciati morire in mare. L’umanità è affogata».


Msehli ha accusato apertamente l’Europa: «Gli Stati sono rimasti inerti e si sono rifiutati di agire per salvare le vite di oltre 100 persone. Loro hanno implorato e lanciato chiamate di emergenza per due giorni, prima di affondare nel cimitero blu del Mediterraneo. È questa l’eredità dell’Europa?». Creazzo di Sos Mediterranee ha ricostruito la drammatica giornata di giovedì 22 aprile, quando Alarm Phone ha lanciato l’allerta su tre barche in pericolo. Una con 40 persone, mai rintracciata, e due gommoni con a bordo tra le 100 e le 120 persone ciascuno. Uno è affondato, l’altro è stato riportato in Libia dalle autorità, con a bordo i cadaveri di una mamma e del suo bambino.


«Dopo ore di ricerche, la nostra peggiore paura si è avverata», ha spiegato invece Luisa Albera, coordinatrice delle attività di soccorso a bordo della Ocean Viking. Alarm Phone «ci ha avvisato di un totale di tre barche in difficoltà in acque internazionali al largo della Libia, tutte si trovavano ad almeno dieci ore dalla nostra posizione nel momento in cui abbiamo ricevuto le segnalazioni. Abbiamo cercato due di queste barche, una dopo l’altra, in una corsa contro il tempo e con il mare molto mosso, con onde fino a sei metri. Questa è la realtà nel Mediterraneo Centrale: più di 350 persone hanno già perso la vita in questo tratto di mare nel 2021, senza contare le decine di persone che sono morte nel naufragio a cui abbiamo assistito oggi».

Il ruolo della Guardia Costiera libica

Secondo una serie di fonti riportate dall’agenzia stampa Ansa, la Guardia Costiera italiana avrebbe individuato i mercantili che erano più vicini all’area del naufragio e avrebbe comunicato tutte le informazioni alla Guardia Costiera libica. L’incidente sarebbe avvenuto nella zona Sar libica e per questo la Guardia Costiera libica si sarebbe occupata della gestione dell’emergenza.

Video: Twitter/@piroproseid

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