È morta Milva, la Rossa della canzone italiana: aveva 81 anni

Undici anni fa, l’artista aveva deciso di abbandonare il palcoscenico. A 81 anni, si è spenta nella casa milanese, dove viveva con la figlia, Martina Corgnati, e la segretaria Edith

Da qualche tempo aveva perso la coscienza del tempo e aveva problemi di memoria. Ilvia Maria Biolcati, Milva la “Rossa” – il soprannome attribuitole per la sua chioma ramata -, è morta ieri sera, 23 aprile, nell’appartamento di via Serbelloni, nel centro storico di Milano. Milva aveva 81 anni ed è stata un pilastro della canzone d’autore italiana, spesso accostata, nell’unità di misura della grandezza, a Mina e a Ornella Vanoni. Al suo fianco, fino alla fine, la storica segretaria Edith e la figlia, Martina Corgnati, riconosciuta critica d’arte.


Nel 2010, Ilvia Maria Biolcati – questo il vero nome di Milva – aveva dato il suo addio alle scene attraverso un post su Facebook. «Dopo cinquantadue anni di ininterrotta attività, migliaia di concerti e spettacoli teatrali sui palcoscenici di una buona metà del pianeta, dopo un centinaio di album incisi in almeno sette lingue diverse, ho deciso di mettere un punto fermo alla mia carriera – scrisse -, che credo grande e unica, non solo come cantante ma come attrice ed esecutrice musicale e teatrale. Ho deciso di abbandonare definitivamente le scene e fare un passo indietro».


Milva ha gareggiato 15, senza mai vincere, al Festival di Sanremo. Lungo il corso della sua carriera, durata più di mezzo secolo, ha pubblicato 173 album tra in studio, live e raccolte: è la cantante ad aver pubblicato più dischi in Italia in assoluto, vendendo oltre 80 milioni di copie in tutto il mondo. La Pantera di Goro – altro soprannome dell’artista – era malata da tempo, ha spiegato la figlia all’Ansa. Il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, l’ha salutata così: «La sua voce ha suscitato profonde emozioni in intere generazioni. Una grande italiana, un’artista che, partita dalla sua amata terra, ha calcato i palcoscenici internazionali, rendendo globale il suo successo e portando alto il nome del suo Paese. Addio alla pantera di Goro».

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