Covid, Locatelli sul coprifuoco alle 22: «Sarà fatta una verifica a metà maggio». E sulla variante indiana: «Nessun dato che resista ai vaccini»

Il presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico difende la scelta di mantenere il coprifuoco alle 22: «Rispetta il principio di gradualità e progressività»

Per fare una verifica sul contestato mantenimento del coprifuoco alle ore 22 sarà necessario aspettare metà maggio. «È il tempo minimo per vedere che impatto hanno sulla curva epidemiologica una serie di scelte che hanno avuto il merito di tutelare la salute pubblica e venire incontro al disagio sociale e alla sofferenza economica». Queste le parole del presidente del Consiglio superiore della sanità Franco Locatelli a Mezzora in più su Rai3. «Se avremo dati positivi – dice -, nessuno ha il gusto sadico di restringere i movimenti. La scelta che è stata fatta è quella di mantenere il controllo su quelle che sono occasioni di socialità che possono determinare rischi». Una scelta, conclude che va inquadrata «nel succo della gradualità e della progressività. Non dimentichiamoci che abbiamo ancora 2.900 posti letto occupati in terapia intensiva». Quindi, per ora, la scelta di mantenere il coprifuoco alle 22 «rispetta il principio di gradualità e progressività».


La variante indiana

L’ultima sfida che il Coronavirus impone ai sistemi sanitari europei è quella della cosiddetta variante indiana: c’è chi chiude il traffico aereo con l’India – oggi, 25 aprile, il ministro Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza a riguardo -, ma è ormai certo che la mutazione del Sars-CoV-2 sta circolando nei Paesi dell’Unione europea. Il professore Locatelli invita alla cautela: «Non ci sono dati» che supportino al momento la possibilità che la variante indiana possa resistere ai vaccini, dunque «andrei molto cauto e non creerei allarmismi».


Ai microfoni di Mezz’ora in più, il presidente del Consiglio Superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico sottolinea la necessità di studiare la nuova variante: «Alcuni aspetti, per esempio quello relativo al potere contagiante, vanno chiariti». Nonostante la diffusione di questa mutazione del Sars-CoV-2, sequenziata per la prima volta in Italia a Firenze, Locatelli difende la scelta del governo di riaprire le scuole: «Non ho dubbi, perché non viene meno solo il percorso formativo e di educazione, il vero problema è quello di privare gli adolescenti della socialità. Determina un profondo malessere che merita attenzione».

Il rientro a scuola e le riaperture

«Capisco le preoccupazioni delle Regioni – sul tema del ritorno in classe di quasi 8 milioni di studenti -, ma in questo momento ci possiamo permettere un margine per riaprire determinate attività. Ho pochi dubbi che quella educativa debba avere la priorità». A proposito delle riaperture che ci saranno domani, 26 aprile, quando la maggior parte delle regioni passerà in zona gialla, «il rischio c’è – ammette Locatelli -. Dipenderà molto da noi, dalla gradualità e della progressività delle riaperture. Questo principio è stato una stella polare delle nostre scelte, perché l’obiettivo è riaprire per non richiudere più. Poi, chiaramente, il monitoraggio settimanale ci potrà dare dei segnali di allerta su cui modulare delle scelte».

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