Lo studio della Fondazione Bruno Kessler ignorato dal governo: «Riaperture ad aprile? Porterà un costante e alto numero di morti»

L’epidemiologo Stefano Merler ha illustrato al Cts i rischi legati alle riaperture precoci a metà aprile. Ma il governo ha deciso comunque di concedere le prime ripartenze delle attività prima di maggio

Stefano Merler, l’epidemiologo matematico della Fondazione Bruno Kessler di Trento, che già a febbraio del 2020 aveva redatto una prima proiezione (corretta) sull’andamento del Coronavirus in Italia basato sui dati cinesi allora disponibili e aveva criticato il piano pandemico italiano, sostenendo che fosse vecchio di 12 anni, il 16 aprile è stato ascoltato dal Comitato tecnico scientifico sulle riaperture. Come riportato dal Fatto Quotidiano, il Cts non è stato formalmente coinvolto dal governo nella decisione di ripartire gradualmente a partire dal 26 aprile. Dunque i modelli di Merler non sarebbero stati presi in considerazione.


Ma davanti agli esperti dell’organismo di consulenza dell’esecutivo, Merler avrebbe sottolineato che con un indice Rt a 0,72 al 3 aprile, il «margine per le riaperture» era di circa 0,28, ovvero che sarebbe stato possibile riaprire un po’ meno di un terzo delle attività chiuse fino a quel momento senza che il tasso di riproduzione del virus superasse 1.


Sempre secondo Merler, inoltre, riaperture entro il mese di aprile definite «precoci», anche se l’indice Rt restasse sotto quota 1, possono portare a un «costante ma alto numero di morti giornaliere». Un rischio che sarebbe invece «estremamente ridotto con riaperture a valle di un marcato calo dell’incidenza», per esempio «a partire da inizio-metà maggio, mantenendo un Rt inferiore a 1. In ogni caso, qualora l’indice Rt dovesse salire a 1,25, Merler sostiene che il Paese rischia di piombare nella «quarta ondata», che richiederebbe «misure importanti» per scongiurare «un altissimo numero di morti in breve tempo».

Anche alla luce dei modelli matematici di Merler, il professore Andrea Crisanti intende promuovere un accesso agli atti della presidenza del Consiglio, del ministero della Salute e del Cts, per capire sulla base di quali «evidenze scientifiche» il governo abbia scelto la data del 26 aprile per le prime riaperture parlando di «rischio calcolato». Espressione che il 16 aprile già era stata criticata dal professor Massimo Galli: «Le riaperture sono un rischio calcolato? Calcolato male. Mi sembra scontato che invece di vedere la flessione» della curva dei contagi «che è appena accennata, finiremo per avere il processo opposto. A meno che non si riesca a vaccinare a tamburo battente tanta gente, ma non mi pare il caso».

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