Concertone, Fedez accusa: «La vicedirettrice di Rai 3 ha definito il mio intervento inopportuno». E si scaglia contro la Lega sulla legge Zan

Viale Mazzini smentisce ingerenze: «Mai chiesto i testi degli artisti, nessuna censura preventiva». E il cantante pubblica su Twitter l’audio della telefonata

La polemica era già scoppiata nel pomeriggio, dietro le quinte del Concertone del Primo Maggio. In serata è salita sul palco, con Fedez che prima di leggere il suo discorso ha puntato il dito contro la Rai, rea a suo dire di avergli chiesto il testo per approvazione. «È la prima volta che mi succede di dover inviare il testo di un mio intervento perché venga sottoposto ad approvazione politica, approvazione che purtroppo non c’è stata in prima battuta, o meglio dai vertici di Rai3 mi hanno chiesto di omettere i partiti e i nomi e di edulcorarne il contenuto – è l’accusa di Fedez – . Ho dovuto lottare un pochino ma alla fine mi hanno dato il permesso di esprimermi liberamente». «Voglio dirvi che dalla vicedirettrice di Rai 3 questo mio intervento è stato definito inopportuno», ha commentato Fedez dal palco.


La smentita di Viale Mazzini

Da Viale Mazzini la replica: «Rai3 e la Rai sono da sempre aperte al dibattito e al confronto di opinioni, nel rispetto di ogni posizione politica e culturale. E’ fortemente scorretto e privo di fondamento sostenere che la Rai abbia chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al tradizionale Concertone del Primo Maggio, per il semplice motivo che è falso, si tratta di una cosa che non è mai avvenuta. Né la Rai né la direzione di Rai3 hanno mai operato forme di censura preventiva nei confronti di alcun artista del concerto».


Dal palco, Fedez ha poi letto il suo discorso: «Per i lavoratori dello spettacolo questa non è più una festa. Caro Mario (Draghi), io capisco perfettamente che il calcio è il vero fondamento di questo Paese, però non dimentichiamo che il numero dei lavoratori del Calcio e il numero dei lavoratori dello Spettacolo si equivalgono. Quindi non dico di spendere qualche soldo, ma almeno qualche parola, un progetto di riforma in difesa di un settore che è stato decimato da quest’emergenza e che è regolato da normative stabilite negli anni Quaranta e mai modificate sino ad oggi. Quindi Caro Mario, come si è esposto nel merito della SuperLega con grande tempestività sarebbe altrettanto gradito il suo intervento per il mondo dello spettacolo».

L’attacco di Fedez alla Lega

Poi l’attacco durissimo alla Lega sulla legge Zan: «Due parole sull’uomo del momento, il sonnecchiante Ostellari. Ecco Ostellari, ha deciso che un disegno di legge di iniziativa parlamentare quindi massima espressione del popolo, che è già stato approvato alla Camera, come il ddl Zan può essere tranquillamente bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo. Cioè se stesso. Ma d’altronde Ostellari fa parte di uno schieramento politico che negli anni si è distinto per la sua grande lotta all’uguaglianza, vorrei decantarvi un po’ dei loro aforismi».

Quindi Fedez ha letto uno ad uno questi «aforismi». «Se avessi un figlio gay, lo brucerei nel forno», Giovanni De Paoli, consigliere regionale Lega Liguria. «I gay? Che inizino a comportarsi come tutte le persone normali», Alessandro Rinaldi, consigliere per la Lega Reggio Emilia. «Gay vittime di aberrazioni della natura», Luca Lepore e Massimiliano Bastoni, consiglieri comunali leghisti. «I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie», Alberto Zelger, consigliere comunale della Lega Nord a Verona. «Il matrimonio gay porta all’estinzione della razza» Stella Khorosheva, candidata leghista. «Fanno iniezioni ai bambini per farli diventare gay», candidata della Lega Giuliana Livigni.

Poi Fedez ha proseguito: «Qualcuno come Ostellari ha detto che ci sono altre priorità in questo momento di pandemia rispetto al ddl Zan e allora vediamole queste priorità: il Senato non ha avuto tempo per il ddl Zan perché doveva discutere l’Etichettatura del vino; la riorganizzazione del Coni; l’indennità di bilinguismo ai poliziotti di Bolzano; e per non farsi mancare niente il reintegro del vitalizio di Formigoni. Quindi secondo Ostellari probabilmente il diritto al vitalizio di Formigoni è più importante della tutela dei diritti di tutti e di persone che vengono quotidianamente discriminate fino alla violenza».

«Ma a proposito di diritto alla vita, il presidente dell’associazione Pro-vita, l’ultracattolico e antiabortista Jacopo Coghe amicone del leghista Pillon in questi mesi è stato la prima voce a sollevarsi contro il ddl Zan. L’antiabortista non si è accorto però che il Vaticano ha investito più di 20 milioni di euro in un’azienda farmaceutica che produce la pillola del giorno dopo. Quindi cari antiabortisti, caro Pillon purtroppo avete perso troppo tempo a cercare il nemico fuori, e non vi siete accorti che il nemico ce l’avevate in casa. Che brutta storia».

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