Omotransfobia, il Ddl Zan e la proposta del centrodestra verranno trattate insieme. Il Pd: «Forzatura istituzionale»

Secondo il Pd e il M5s l’abbinamento dei testi è l’ennesimo tentativo di allungare la discussione sul provvedimento. Il presidente leghista della commissione Giustizia Ostellari: «Basta bugie, ho applicato i regolamenti»

È sempre più ostacolato il percorso del ddl Zan, la proposta di legge contro l’omotransofobia in esame alla Commissione Giustizia di Palazzo Madama. Poco prima dell’incontro di oggi, 18 maggio, tra i 25 senatori membri dell’organo competente per i disegni di legge che intervengono in materia civile e penale, l’europarlamentare leghista Simona Baldassarre ha alzato i toni della discussione accusando la Regione Lazio di aver introdotto il ddl Zan «già tra i banchi delle scuole. La Regione ritiri subito le linee guida», ha affermato, spiegando che tali disposizioni introdurrebbero «la teoria gender nelle scuole di ogni ordine e grado, indottrinando i bambini, sottraendo il primato dell’educazione alle famiglie».


Ma era solo il preludio alle polemiche che accompagnano la discussione nella seconda commissione permanente a Palazzo Madama, il cui presidente ha decretato l’abbinamento del testo che porta il nome del deputato Alessandro Zan all’alternativa proposta del centrodestra, siglata anche da Fratelli d’Italia, che ha tra i primi firmatari Lucia Ronzulli, Matteo Salvini, Gaetano Quagliariello e Paola Binetti. Il senatore leghista Simone Pillon ha cercato di smarcare il centrodestra dalle accuse di ostruzionismo: «Se volessimo fare ostruzionismo vi assicuro che lo sapreste. Noi vogliamo, invece, soltanto discutere responsabilmente di un testo che da molte parti chiede di essere rivisto e di introdurre elementi condivisi dalla maggior parte degli italiani», ha affermato, proponendo in cambio la disponibilità a «ridurre la lista delle audizioni».


Anche il senatore Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia, ha affermato: «Da parte nostra non c’è nessun ostruzionismo. C’è solo la necessità del dibattito e del rispetto delle regole». Non si è sbilanciato sul numero di audizioni attorno al provvedimento che, secondo Pd e M5s, servirebbero semplicemente ad allungare i tempi di approdo in aula: «Il numero di audizioni dovrà ancora essere definito perché gli elenchi saranno decisi nei prossimi giorni», ha affermato. La discussione si è accesa quando ha preso parola la senatrice Dem Monica Cirinnà, secondo cui il presidente Ostellari «non fa votare i membri».

Cirinnà: «L’abbinamento dei testi è l’ennesima forzatura istituzionale»

«La decisione del presidente e relatore Ostellari di imporre alla Commissione, impedendoci di votare sull’ordine dei lavori, l’abbinamento al ddl Zan del testo presentato dal centrodestra è l’ennesima forzatura istituzionale. Ogni scusa è buona, ormai, per ritardare in modo strumentale la discussione e l’approvazione di una buona legge contro omolesbobitransfobia, misoginia e abilismo». La senatrice, segretaria della commissione Giustizia, ha aggiunto: «Dopo aver insistito per settimane sull’inutilità di un intervento legislativo – aggiunge – il centrodestra ha infatti presentato un ddl gravemente carente dal punto di vista giuridico e irricevibile dal punto di vista politico. Un testo che crea più problemi di quanti non ne risolva e che è assolutamente incompatibile con il ddl Zan».

La senatrice del Partito democratico critica il testo portato in commissione dal centrodestra come alternativa al ddl Zan, poiché esclude le tutele per le persone trans e non prevede misure di prevenzione sul piano culturale, limitandosi solo alle punizioni. «Un testo irricevibile – ha concluso Cirinnà – e discuterlo assieme al ddl Zan non ha alcun senso. Per tutti questi motivi, ci siamo opposti con decisione alla forzatura del presidente che tuttavia ci ha imposto l’ennesimo atto di prepotenza istituzionale impedendo alla commissione di esprimere il proprio voto sull’ordine dei lavori. Non ci faremo intimidire, si va avanti con determinazione, senza arretrare di un millimetro».

Ostellari: «Basta bugie, ho applicato i regolamenti»

Ostellari, al termine della riunione, ha spiegato così la scelta di esaminare, in forma congiunta, il ddl Zan e il ddl Ronzulli-Salvini, il testo proposto dal centrodestra: «I regolamenti esistono per tutelare anche chi non li conosce. Mi spiace per chi grida allo strappo, certificando una certa ignoranza delle regole. O, peggio, la volontà di trasgredirle. Oggi in commissione Giustizia ho applicato l’art. 51 del regolamento del Senato e quindi ho congiunto il ddl Zan con il ddl Ronzulli-Salvini, che saranno trattati insieme. Basta bugie e basta pretendere scorciatoie. Proseguiamo il dibattito serenamente. La democrazia funziona così».

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