Omofobia, in Senegal centinaia di manifestanti anti-gay in piazza per rendere l’omosessualità un reato: «Li bruceremo vivi»

La manifestazione è avvenuta a Dakar dove il collettivo And Samm Jikko Yi ha dichiarato di voler «promuovere i valori sociali corretti». In Senegal il sesso omosessuale colto in flagranza viene già punito con cinque anni di prigione

Criminalizzare l’omosessualità. Questa la richiesta delle diverse centinaia di persone che oggi a Dakar in Senegal hanno manifestato con forza per la legittimazione dell’omofobia. Alla protesta organizzata da And Samm Jikko Yi, il collettivo che dichiara di voler «promuovere i valori sociali corretti», hanno partecipato anche diversi leader religiosi e personalità della società civile. Attualmente in Senegal non è illegale dichiararsi gay ma come hanno spiegato i manifestanti alla stampa «il sesso in flagranza è già punito con il carcere fino a cinque anni». Il passo in più richiesto è quello di far diventare l’omosessualità un vero e proprio reato.


«Li bruceremo vivi»

Il presidente del Senegal, Macky Sall, ha più volte sottolineato come, nonostante i gay non siano ostracizzati, il divieto delle pratiche omosessuali «rifletta le consuetudini culturali del Paese». In nome di un’appartenenza culturale dunque la manifestazione si è svolta con l’obiettivo di difendere la legittimità dell’omofobia, in alcuni casi anche con espressioni violente al grido di: «Li uccideremo», o «li bruceremo vivi». Il continente africano deve ancora fare molta strada riguardo al tema dei diritti omosessuali: le relazioni gay consensuali sono legali soltanto in 21 dei 54 Paesi dell’Africa.


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