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Genocidio di Srebrenica, respinto il ricorso di Ratko Mladic: il Tribunale dell’Aja conferma l’ergastolo

Condannato nel novembre 2017 per crimini di guerra e contro l'umanità, l'ex comandante serbo bosniaco aveva presentato appello: no dei giudici

Quasi 30 anni dopo lo scoppio la guerra nei Balcani, il tribunale dell’Aja chiude oggi la lunga serie di processi a decine di criminali di guerra coinvolti nei sanguinosi conflitti armati degli anni Novanta nella ex Jugoslavia. È stato respinto il ricorso presentato da Ratko Mladic. L’ex comandante serbo bosniaco era stato condannato all’ergastolo nel novembre 2017 dall’ex tribunale internazionale per l’ex Jugoslavia per crimini di guerra e contro l’umanità. Mladic è stato giudicato responsabile del genocidio di Srebrenica, dove nel luglio 1995 furono massacrati 8 mila musulmani bosniaci, e per il lungo assedio di Sarajevo durante il conflitto armato del 1992-1995. Il Tribunale dell’Aja confermando la condanna, ha inoltre aggiunto che non potranno essere presentati ulteriori ricorsi.

Il figlio Darko, citato dai media di Belgrado, aveva dichiarato di credere in un’assoluzione dell’ex generale, le cui condizioni di salute da anni sono precarie. Un’eventualità, quella dell’assoluzione, che fin da subito era stata ritenuta poco probabile. Oltre ai crimini per cui Mladic è già stato condannato, i pubblici ministeri vogliono che la Corte aggiunga un altro verdetto di genocidio: quello del 1992, l’anno più letale della guerra, quando furono uccise circa 45.000 persone. In totale, dal 1992 al 1995 la guerra fece più di 100mila vittime e 2,2 milioni di rifugiati.

Mladic, nato nel 1942, era diventato comandante dell’esercito serbo in Bosnia nel maggio 1992. Dopo il massacro nella cittadina bosniaca di Srebrenica nel 1995, Mladic aveva continuato a vivere nel quartier generale dell’esercito serbo, per poi iniziare a nascondersi. Mladic è stato catturato nel 2011 e mandato all’Aja per essere processato. Dalla sua istituzione, nel 1993, il tribunale per l’ex Jugoslavia ha incriminato più di 160 persone e condotto circa 80 processi.

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