Ci sarebbe una manomissione al quadro elettrico dietro la morte di Luana D’Orazio, la ragazza di 22 anni che ha perso la vita nell’incidente sul lavoro il 3 maggio scorso in un’azienda tessile di Montemurlo, in Toscana. A confermarlo sarebbe una perizia effettuata alcuni giorni fa sul macchinario, e che sarà consegnata a breve. La manomissione avrebbe consentito il funzionamento in automatico dell’orditoio al quale stava lavorando Luana anche senza che la saracinesca di protezione fosse abbassata. In particolare il pulsante di avvio – che a saracinesca alzata dovrebbe essere inattivo – avrebbe funzionato lo stesso. Una strategia, si ipotizza, messa in atto per aumentare la produttività ed evitare rallentamenti al lavoro causati dai sistemi di sicurezza. L’ipotesi che i sistemi di sicurezza dei macchinari della ditta di Montemurlo fossero stati manomessi per funzionare anche con i cancelli di protezione alzati era stata avanzata già dalle prime fasi delle indagini dalla Procura di Prato che sta indagando sul caso. A tal proposito, a maggio era già stata fatta una perizia sul macchinario gemello a quello a causa del quale è morta Luana. Come riporta la Repubblica, nell’avviso di accertamento tecnico della procura c’è scritto che gli indagati «rimuovevano dall’orditoio la saracinesca protettiva, ovvero un meccanismo destinato a prevenire infortuni sul lavoro». Nel fascicolo aperto dai pm sono contestati i reati di omicidio colposo e di «rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro».
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