Billionaire, per i pm il focolaio fu epidemia colposa: «Non sono state adottate le misure anti-Covid necessarie»

L’inchiesta della Procura di Tempio Pausania ha indagato anche i gestori del Phi Beach e del Country Club per lesioni colpose

La Procura di Tempio Pausania ha notificato la chiusura dell’indagine sul cluster del Billionaire: epidemia colposa. La scorsa estate, il locale di Flavio Briatore a Porto Cervo, nel nord della Sardegna, non avrebbe messo in atto tutte le misure necessarie per evitare il diffondersi del Coronavirus tra i dipendenti. Furono 58, infatti, i lavoratori che contrassero il Covid-19 durante il periodo della riapertura (tra cui lo stesso Briatore). Ai gestori dei locali Phi Beach e Country Club, sempre in Costa Smeralda, sarebbe stato notificato il reato di lesioni colpose: ai dipendenti furono date poche mascherine, spesso non conformi alle regole di sicurezza (mascherine prive di efficacia filtrante, con sopra il logo dei locali).


«La contestazione di epidemia in un contesto di pandemia, cioè di circolazione del virus in più continenti ed ancor più in Italia appare singolare», ha detto a Il Messaggero la legale Antonella Cuccureddu, che seguirà la difesa del caso. «Così come leggere che una persona abbia potuto diffondere il virus omettendo di fare qualcosa. Il Covid-19 – ha continuato Cuccureddu – circolava ampiamente nell’estate del 2020, generando però meno sintomi e quindi riducendo le possibilità di essere individuato. Neppure le massime cautele sono in grado di escludere i contagi. Al Billionaire che, come è noto, è un ristorante discoteca, esse sono state adottate con il massimo scrupolo».


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