Test geotermici e terremoti indotti a Strasburgo. L’impianto è stato chiuso a dicembre, ma le scosse continuano

Diversi gli eventi sismici registrati da dicembre 2020 ad oggi, con oltre 400 richieste di risarcimento danno. Al centro della vicenda c’è una società francese chiamata Fornoche

La Rete Nazionale di Sorveglianza Sismica francese (RéNaSS) ha rilevato, questa mattina alle 5, un evento sismico di magnitudo 3.9 a pochi chilometri a nord di Strasburgo, con epicentro nel comune di La Wantzenau. Ciò che risulta curioso ai più è il termine utilizzato per descrivere l’evento, ossia «terremoto indotto». Che sia la prova di un’arma capace di generare scosse sismiche? Niente di tutto ciò, si tratta di una situazione assai nota dovuta ad operazioni svolte da società che lavorano nel campo geotermico. Un genere di scossa sismica che solitamente non risulta percettibile all’uomo, ma di recente una società è stata accusata di aver superato i limiti scatenando dei terremoti indotti di maggiore entità: la Fornoche.


Cosa sono i terremoti indotti

Con sismicità indotta, come spiegato in un articolo dell’Università Sapienza di Roma, si fa riferimento a quei «terremoti provocati dalla reimmissione di fluidi nel sottosuolo durante l’estrazione di idrocarburi». Di solito si tratta di microterremoti, rilevati esclusivamente da strumenti ad alta sensibilità, ma in certi casi possono essere più forti a tal punto da creare danni nelle aree dell’epicentro.


Un terremoto indotto a Strasburgo?

La vicenda di Strasburgo non è nuova, i media francesi ne parlano dal 2020 quando la società Fornoche è stata costretta a interrompere le attività presso il pozzo geotermico di Vendenheim. Tutto è partito da una prima scossa, registrata il 4 dicembre 2020, avvertita sia a Strasburgo che nei comuni confinanti, come testimoniano le telecamere di France Bleu Alsace durante una diretta televisiva. Il 9 dicembre, la prefettura del Basso Reno decise di sospendere tutte le attività geotermiche della Fornoche e di quelli della società Electricité de Strasbourg, così come la chiusura definitiva della presunta fonte dei terremoti: l’impianto di Reichstett-Vendenheim della stessa Fornoche.

Le indagini e la chiusura dell’impianto

Il 31 dicembre 2020, la prefettura del Basso Reno aveva concluso le prime indagini sui terremoti presumibilmente causati dalla centrale geotermica, sostenendo che vi fossero attività significative condotte dalla società Fonroche. Secondo le analisi, sarebbero stati effettuati degli scavi troppo in profondità rispetto ai dati forniti dalla stessa azienda, con pozzi profondi 5.000 metri e ben oltre i 4.200 autorizzati. Hervé Vanlaer, direttore del DREAL (Direzione Regionale dell’Ambiente, della Pianificazione e dell’Abitazione), tale profondità avrebbe raggiunto un’area dove, iniettando quantità di acqua ad altissima pressione superiore a quella prevista, è possibile innescare «una serie di reazioni sismiche più significative».

Il progetto interrotto della Fornoche rappresentava un investimento di 100 milioni di euro. Nonostante non sia stato trovato un legame causa-effetto, il prefetto del Basso Reno ha preso atto delle circa 400 richieste di risarcimento da parte dei proprietari delle abitazioni danneggiate a causa delle scosse che sarebbero state indotte dall’impianto. Attività sismiche che non sono cessate e sarebbero potute durare ancora qualche mese a seguito della chiusura degli impianti, come spiegato a gennaio dal Presidente dell’associazione francese dei professionisti di geotermia, Jean-Jacques Graff. Di fatto, altre scosse vennero successivamente percepite a marzo e aprile 2021, fino a quella più recente del 26 giugno.

Foto di copertina: Jean-Philippe Vetter, consigliere della città di Strasburgo, di fronte alla centrale di Fonroche a Reichstett (fonte Facebook).

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