Giustizia, offensiva M5s: «La riforma va cambiata». L’allarme di Gratteri: «Salterà un processo su due»

I deputati grillini all’attacco. Ieri l’incontro tra il premier Draghi e Conte a Palazzo Chigi

«L’audizione oggi in commissione Giustizia alla Camera di Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, è stata drammaticamente chiara: la riforma del processo penale messa a punto dalla ministra Marta Cartabia deve essere modificata»: così i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Giustizia aprono le ostilità sulla legge del governo Draghi dopo l’incontro tra il premier e il presidente grillino in pectore Giuseppe Conte. «Tra tutte le critiche espresse da Gratteri – aggiungono – quelle che più preoccupano, poiché prefigurano scenari inquietanti, sono relative alle conseguenze concrete: ‘convenienza a delinquere’ e ‘diminuzione del livello di sicurezza per la Nazione’».


Il M5s va alla guerra con Draghi sulla riforma della Giustizia

«Il procuratore capo di Catanzaro – proseguono i parlamentari pentastellati – ha parlato anche di un abbassamento della qualità del lavoro dei magistrati causato dalla fissazione di una tagliola con termini troppo rapidi. Gratteri ha correttamente preannunciato un aumento smisurato di appelli e ricorsi in Cassazione’ perché con questa riforma a tutti, nessuno escluso, conviene presentare appello e poi ricorso in Cassazione, non foss’altro per dare più lavoro ed ingolfare maggiormente la macchina della giustizia. Si tratta di considerazioni che devono indurre tutti a rivedere e modificare nel profondo la riforma, soprattutto con riguardo a prescrizione e improcedibilità. Ne va del futuro del Paese», concludono.


Sentito questa mattina dalla commissione Giustizia, nell’ambito dell’esame del disegno di legge in materia di efficienza del processo penale, il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha sostenuto che «con l’improcedibilità prevista dalla riforma Cartabia il 50 per cento dei processi, considerata la gran mole dei reati di mafia e maxi processo che celebriamo, saranno dichiarati improcedibili in appello». Gratteri ha quindi precisato: «Se insistiamo non è per un fatto personale, perché i giudici lavoreranno molto meno e non ci sarà ansia di correre per la legge Pinto. È solo un fatto di sicurezza e credibilità dello Stato».

L’incontro tra Conte e Draghi

Ieri si è svolto l’incontro tra Draghi e Conte sulla giustizia a Palazzo Chigi. Il Corriere della Sera racconta in un retroscena che nel faccia a faccia i toni ultimativi sono venuti meno. «Non posso derogare a principi che il Movimento ha sempre considerato fondamentali, ma da parte mia e nostra non c’è alcun approccio ideologico», ha detto Conte. «Piuttosto – ha chiarito l’avvocato — potrebbe esserci il rischio che decine di migliaia di processi possano saltare, per cui…». Sempre secondo il retroscena del quotidiano, Draghi avrebbe promesso a Conte “piccole modifiche” al testo.

Leggi anche: