Sterilgarda, l’azienda che vuole sospendere i lavoratori senza Green pass: «Abbiamo ricevuto minacce, ma andiamo avanti»

La società ha annunciato che dal primo settembre chi non è vaccinato sarà assegnato ad altri incarichi e rischierà la sospensione della retribuzione

Sterilgarda è un’azienda mantovana tra le prime produttrici di latte in Italia. Ha annunciato ai suoi 328 dipendenti che da settembre chi non avrà il Green pass ricoprirà un incarico diverso da quello attualmente esercitato. E anche che se la modifica della mansione non sarà possibile «al lavoratore sarà sospesa la retribuzione sino alla ripresa dell’attività lavorativa». Ma la decisione ha scatenato i No vax su Twitter, che hanno annunciato il boicottaggio dei prodotti dell’azienda. Mentre il geometra Fernando Sarzi, presidente del consiglio di amministrazione, ha denunciato a La Stampa di aver ricevuto minacce e insulti: «Ci augurano cose bruttissime, compreso il fallimento. Ma non credo sia una buona idea per tutelare i lavoratori. Noi intendiamo muoverci in accordo con le rappresentanze sindacali e con il nostro medico aziendale. Abbiamo già fissato un incontro il 9 agosto».


Tutto nasce dalla lettera con cui Sarzi ha fatto sapere ai suoi dipendenti che dal primo settembre avrebbero potuto lavorare nello stabilimento di Castiglione delle Stiviere soltanto i dipendenti che avevano completato il ciclo vaccinale. Per tutti gli altri l’azienda avrebbe cercato mansioni che non comportassero il contatto con i colleghi. Ma l’annuncio ha scatenato la reazione dei sindacati interni, memori dell’uscita di Confindustria di appena qualche giorno fa. «Quella lettera ha creato sconcerto fra i lavoratori. Un conto è sensibilizzare, un altro è minacciare. È una comunicazione sbagliata, è un salto in avanti. Perché ci sono delle norme precise, fissate in un protocollo, e sono le uniche che fanno fede», ha detto Marco Volta della Flai Cgil di Mantova.


E lo scoppio del caso ha scatenato Twitter: «I tuoi prodotti sono tossici come l’anima di chi ti dirige. Hanno il veleno dell’odio e della discriminazione. Da boicottare per sempre», ha twittato la scrittrice Ilaria Bifarini. «Ho scritto un messaggio di protesta sul sito di Sterilgarda. Facciamolo in tanti e non compriamo più i suoi prodotti», ha aggiunto un altro utente. «Boicottiamo l’azienda complice della dittatura sanitaria», ha fatto sapere un profilo “sovranista” con tanto di bandierina nel nome utente. Ma un’ordinanza del Tribunale di Modena del 23 luglio 2021 lo dice chiaramente: «Il datore di lavoro si pone come garante del#la sicurezza dei dipendenti e dei terzi che per diverse ragioni si trovano all’interno dei locali aziendali. Ha, quindi, l’obbligo di adottare tutte quelle misure di prevenzione e protezione che sono necessarie a tutelare l’integrità fisica dei lavoratori». Anche, quindi, l’obbligo di chiedere la vaccinazione che protegge dal Covid.

E chi non può vaccinarsi per ragioni di salute?

«Non volevo fare altro che questo», chiosa Sarzi con il quotidiano. Ma c’è un problema: cosa succede se un lavoratore non può vaccinarsi per qualche ragione di salute come un’allergia certificata? «Deve essere un medico a decidere. Nel suo caso, come nel caso di tutti», risponde Sarzi. Ma può rischiare di perdere il lavoro chi, eventualmente, non potesse vaccinarsi per ragioni di salute? «No, ovviamente. Mai. E lo ripeto: qui nessuno rischia il posto. Ma tutti insieme dobbiamo cercare di fare del nostro meglio per proteggerci dal virus».

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