Emergenza sanitari No vax anche in Lombardia: 2.500 a rischio sospensione. Ma arrivano i primi pentiti a Milano

Nella sola Milano sono 25. E c’è chi cambia idea dopo le minacce di sospensione dello stipendio

Sono 2.500 gli atti di accertamento di inottemperanza all’obbligo vaccinale nelle Ats della Lombardia. Il Quotidiano Nazionale oggi spiega che le aziende stanno inviando le lettere al personale sanitario, agli Ordini professionali e alle aziende, come previsto dall’articolo 4 del decreto legge 44/2021 convertito nella legge 76/2021. Di questi, 1.000 riguardano l’Ats di Milano, 150 quella di Bergamo, 233 l’Ats di Brescia, 201 l’Ats della Brianza, 200 l’Insubria, 350 l’Ats della Montagna, 203 l’Ats di Pavia, 188 l’Ats Val Padana. Ma i numeri sono in costante aggiornamento, sia perché gli invii sono ancora in corso, sia perché non è raro che, una volta preso atto della sospensione (dall’attività lavorativa se non è possibile una collocazione in mansioni che non prevedano contatto con terzi, con relativa sospensione dello stipendio), diversi operatori ci ripensino e decidano di vaccinarsi. Come è successo all’ospedale San Martino di Genova.


Intanto nella sola Milano, fa sapere il Corriere della Sera, sono 25 gli operatori No vax negli ospedali. Al Niguarda le lettere sono arrivate finora a 15 dipendenti, cinque al Policlinico, uno in Humanitas. Il San Raffaele propone colloqui per convincere chi manca all’appello. All’Asst Santi Paolo e Carlo la nota è arrivata a nove persone. Alcuni non si sono vaccinati per motivi cogenti: è il caso di due donne in maternità. Per questo sono stati “risparmiati”. Un quarto operatore del Policlinico invece ha cambiato idea e si è vaccinato dopo aver seguito un corso dell’Agenzia Italiana del Farmaco. La stessa cosa ha fatto un dipendente dell’Asst Santi Paolo e Carlo. Intanto le direzioni degli ospedali hanno aperto alle assunzioni a tempo determinato per sostituire il personale che non vuole immunizzarsi sfruttando i soldi stanziati da Regione Lombardia.


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