Il caso dei giovani contagiati nel Salento: «Nascondono la positività per non interrompere le vacanze»

I contagi tra gli under 35 ad oggi rappresentano sei casi su dieci di positivi, tra cui moltissimi non vaccinati o che hanno ricevuto soltanto una dose. E alcuni di questi continuano la vacanza come se nulla fosse

Vanno al mare la mattina e per locali di sera. Tra aperitivi, cene e incontri. Violando la quarantena o addirittura con un test del tampone positivi al Coronavirus. Il Messaggero racconta oggi che nel Salento in Puglia sono in rialzo i contagi tra gli under 35, che ad oggi rappresentano sei casi su dieci di positivi, tra cui moltissimi non vaccinati o che hanno ricevuto soltanto una dose. E alcuni di questi continuano la vacanza come se nulla fosse. Tra le mete preferite c’è Gallipoli, dove nelle ultime 24 ore tre ristoranti hanno registrato una decina di contagiati tra i dipendenti. «Molti – dice al quotidiano Alberto Fedele, direttore del reparto prevenzione della Asl di Lecce – preferiscono nascondere la positività per non interrompere le vacanze».


Il caso dei giovani contagiati nel Salento

«Altri, essendo paucisintomatici, non danno importanza ai sintomi e continuano a muoversi. Di questo passo i casi latenti possono essere molti di più di quelli che appaiono e purtroppo nelle località turistiche dell’Adriatico stiamo riscontrando scarso rispetto delle regole anti-Covid-19», aggiunge Fedele. Ma il fenomeno non riguarda solo la Puglia. In un campeggio a Fondi, nei giorni scorsi, dopo la scoperta di più contagiati la Asl locale ha chiesto ai 550 ospiti di sottoporsi al test del tampone. Solo in 150 hanno accettato. Gli altri hanno preferito evitare il controllo per il rischio di rinunciare alle vacanze. In un liceo romano qualche tempo fa alcuni studenti erano stati mandati a scuola dai genitori nonostante i sintomi evidenti della malattia. E anche alcuni adulti non vaccinati, come denunciato dai medici di base, per ottenere il Green Pass hanno dichiarato di aver avuto Covid-19 ma di non averlo detto. La Federazione Italiana dei Medici di Base ha segnalato almeno trecento casi nel solo Lazio.


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