«Ho la psoriasi, non posso immunizzarmi»: ecco a voi i furbetti dell’esenzione dal vaccino

Il ministero emana una circolare che spiega come ottenere le certificazioni di esonero dall’immunizzazione. E i medici di famiglia finiscono subissati da richieste avanzate per i motivi più strani

Il 4 agosto scorso il ministero della Salute ha emanato una circolare che spiega come ottenere le certificazioni di esenzione alla vaccinazione anti-Covid-19 che servono per avere il Green Pass. Nella circolare si spiegano alcuni esempi di chi può essere esentato dalla vaccinazione: per esempio chi ha avuto una grave reazione allergica dopo la prima dose, oppure le donne in stato di gravidanza (per le quali il vaccino è comunque consigliato), oppure ancora chi è a rischio sindrome Guillain-Barré. Si tratta di casi esemplari e relativamente rari. Ma a quanto pare è accaduto l’imponderabile. Pierluigi Bartoletti, vice segretario vicario della Fimmg, il sindacato dei medici di famiglia, racconta oggi alla Stampa che la circolare ha creato una nuova categoria: i furbetti dell’esenzione dal vaccino.


«Siamo subissati di richieste di esenzione avanzate per i più disparati motivi – spiega Bartoletti -. Ma c’è anche chi prova a fare il furbo, spacciandosi per guarito dal Covid. L’altro giorno se ne è presentato uno con un foglio stropicciato senza la firma di un medico. Allora devi stare lì a spiegare che io certifico l’avvenuta guarigione di un paziente che ho seguito o di chi presenta una certificazione credibile, come quella rilasciata da un ospedale». Il dottore spiega che lui e i suoi colleghi hanno ascoltato in questi giorni le scuse più assurde: «Ho la psoriasi e prendo i farmaci biologici per curarla, mi fa uno. Ma come, gli dico, proprio per questo dovresti vaccinarti prima degli altri. Poi c’è chi me l’ha richiesta perché affetto da una sclerosi multipla mai diagnosticata. Il caso più divertente è però quello del sommozzatore, secondo lui non vaccinabile perché a rischio di trombosi. Ma se le cose stanno così, gli ho risposto, forse è il caso che non faccia più immersioni».


Secondo Bartoletti «è un problema serio, siamo sotto pressione perché in tanti non vogliono vaccinarsi e pretendono che noi certifichiamo il falso per far ottenere il Green Pass. Rischiando poi di essere denunciati per falso ideologico. Poi c’è il problema dei bambini…». Ovvero: «Arrivano quindicenni che vogliono vaccinarsi ma i loro genitori si oppongono e noi senza il consenso informato firmato da entrambi non possiamo procedere. Forse dovremmo fare come in Israele dove se ne sbattono e immunizzano lo stesso. Ma serve una norma». Il vice segretario della Fimmg dice che il problema è a monte: la circolare parla genericamente di esenzione «rilasciata nel caso la vaccinazione stessa venga omessa o differita per la presenza di specifiche condizioni cliniche documentate che la controindicano».

La certificazione di esenzione dal vaccino Covid-19

Per questo nelle maglie della norma si stanno infilando i No vax: «Purtroppo è quello che si sta già verificando. Pensi che nella rete sono già spuntati siti di avvocati che suggeriscono come chiederci l’esenzione. Qualcuno si presenta e dice, “io mi vaccino se lei mi sottoscrive una dichiarazione nella quale esclude la possibilità di qualsiasi effetto collaterale”. E così ci mettono in difficoltà perché è chiaro che qualche reazione può esserci, ma il rapporto rischio-beneficio è sempre e comunque a vantaggio del vaccino rispetto al contagio». La circolare che presenta le certificazioni di esenzione dalla vaccinazione anti-Covid-19 è stata firmata dal direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza.

Nel documento si fa riferimento al ruolo del medico di base e del pediatra, visto che i certificati vengono rilasciati da loro oltre che dai medici vaccinatori. E si spiega che “le persone che ottengono una esenzione alla vaccinazione anti-SARS-CoV-2 devono essere adeguatamente informate sulla necessità di continuare a mantenere le misure di prevenzione come: usare le mascherine, distanziarsi dalle persone non conviventi, lavare le mani, evitare assembramenti in particolare in locali chiusi, rispettare le condizioni previste per i luoghi di lavoro e per i mezzi di trasporto”. Ma evidentemente qualcuno l’ha scambiata per una tana-libera-tutti.

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