«Ci aspettiamo l’autorizzazione a novembre, Pfizer e Moderna sono già a buon punto»: così in un’intervista rilasciata al Messaggero Franco Locatelli, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, annuncia che sono in arrivo i vaccini contro Covid-19 per i bambini. Il direttore del reparto di oncoematologia del Bambino Gesù di Roma ricorda che dall’inizio della pandemia sono morti 28 pazienti in età pediatrica: di questi 13 avevano meno di 13 anni. E spiega che vaccinando i bambini «eviteremo focolai anche nelle scuole elementari e dunque il ricorso alla didattica a distanza. Limiteremo la circolazione del virus e la possibilità che contagino genitori e nonni. Sia la società pediatrica italiana che quella americana sono favorevoli alla vaccinazione per i bambini».
Locatelli spiega che ad oggi in Italia il 63% delle persone vaccinabili ha ricevuto prima e seconda dose: «Abbiamo una copertura decisamente buona per gli over 80, il 92% è vaccinato. Esiste, però, anche un grande lavoro da fare per mettere in sicurezza quelli dei decenni precedenti che sono rispettivamente, partendo dai sessantenni e a scendere fino ai 40enni, al 18, 26 e 34% ancora da vaccinare completamente. Contando gli over 50 ci sono 4,5 milioni di persone che non hanno completato il percorso di immunizzazione». Il Coronavirus in media uccide 6 persone ogni mille contagiati nella coorte tra i 50 e i 59 anni. E anche tra i 40 e i 49 anni ne muovono 2 ogni mille. Ma soprattutto, spiega Locatelli, la variante Delta ha alzato l’asticella dell’immunità di gregge: «Alla luce della possibilità che i vaccinati possono contagiarsi il concetto di immunità di comunità non è strettamente applicabile nella sua definizione classica, mentre più alta è la percentuale degli immunizzati più si riduce la circolazione virale». Ma la possibile infezione anche per i vaccinati non deve compromettere l’adesione alla campagna di immunizzazione: «Tutti gli studi parlano del 97% di protezione dal rischio di terapia intensiva o decesso. Che il vaccino non dia una copertura totale rispetto al semplice rischio di infezione lo abbiamo sempre detto. Ma ripeto: l’efficacia rispetto al rischio di andare in terapia intensiva o di morire è del 97%».
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