Cecilia Strada: «Io, mio padre Gino ed Emergency: vi spiego cosa è cambiato tra di noi quando ho lasciato»

«A 15 anni ero la prima centralinista dell’Ong: rispondevo al telefono di casa. Poi ci ha tolto tempo e quotidianità»

In un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera Cecilia Strada racconta il rapporto con Emergency, la “creatura” del padre Gino dalla quale a un certo punto si è distaccata. Cecilia parte dai ricordi dell’adolescenza: «Con la mamma chiamavamo Emergency “il mio fratello più piccolo”. Avevo 15 anni all’epoca e certo non è facile vedere qualcos’altro che si porta via tutta l’attenzione. Ma sono stata parte di quel momento. La prima centralinista di Emergency ero io che rispondevo al telefono di casa. Certo, poi c’erano i periodi in cui mi arrabbiavo e dicevo “perché nessuno qui mi si fila?”. Ci ha tolto tempo e quotidianità ma ci ha dato anche tantissimo». Poi affronta il racconto dell’addio che risale al 2018. All’epoca si parlò proprio di dissidi con il padre Gino sulla gestione: «È stato evidentemente un momento molto duro. L’impegno era diventato totalizzante e dunque anche il nostro rapporto passava attraverso quello, all’epoca. Poi uno prende fiato e capisce la differenza tra la missione e gli affetti. Al di là delle divergenze e delle diverse prospettive, l’amore non mi è mai mancato. Così l’ho chiamato e gli ho detto “ti va se ci vediamo senza parlare di Emergency?” e così è stato da quel momento».


Strada parlò dell’addio in un post su Facebook: l’annuncio arrivò dopo una serie di indiscrezioni di stampa sul progressivo deteriorarsi del rapporto fra Cecilia Strada e i vertici dell’organizzazione. I dissidi riguardavano la gestione dell’ong, i suoi finanziatori e gli obiettivi strategici dell’associazione. I contrasti, raccontava all’epoca a Repubblica Milano, avevano finito per coinvolgere direttamente anche il rapporto fra Cecilia e suo padre Gino, che negli anni hanno maturato una diversa impostazione sugli scopi delle attività e sulle metodologie. Lo scontro si consumò sia nelle assemblee dei soci, sia in trattative private fra i vertici di Emergency, con tanto di avvocati schierati da una parte e dall’altra.


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