Rave Party a Valentano, il proprietario dei terreni: «Hanno ucciso le mie pecore, lo Stato tratta? Mi vergogno»

Piero Camilli racconta che la sua attività è bloccata a causa della festa: «Si poteva intervenire prima. Vorrei parlare con i genitori di questi ragazzi»

Piero Camilli è il proprietario del terreno di Valentano in provincia di Viterbo su cui da cinque giorni si sta svolgendo il rave party illegale con ingresso nell’oasi del lago di Mezzano. Nell’azienda agricola che ha creato 40 anni fa produce latte e carni e ci sono duemila pecore e 500 bovini. E oggi, racconta a La Stampa, tutta l’attività è bloccata a causa della festa: «Hanno rotto un cancello per entrare, rubato il gasolio, pezzi di trattore, i cani di chi sta partecipando al rave party hanno ucciso le mie pecore. Vendono eroina e cocaina sul mio terreno e lo Stato ha deciso di trattare? Perdonatemi ma mi vergogno di essere italiano». Intanto stamattina è arrivata la polizia mentre sta cominciando il deflusso. Camilli è sindaco di Grotte di Castro ed ex presidente della Viterbese e del Grosseto. Nel 2013 è stato candidato al Senato con Fratelli d’Italia. Al Corriere della Sera dice che non è vero che era impossibile intervenire: «Si poteva e si doveva intervenire attraverso due vie d’accesso, le principali, caricando e smobilitando il raduno prima che affluissero altri partecipanti. Questo vuole dire occuparsi di sicurezza».


E ancora: «Io ho 70 anni e il porto d’armi. Andrei di persona, ma se mi facessi giustizia con le mie mani sarebbe ancora più evidente una cosa… Ovvero la sconfitta dello Stato. È sotto gli occhi di tutti ormai. E aggiungo che è totalmente mancata l’attività di prevenzione che mi pare sarebbe lecito aspettarsi». Infine Camilli dice che vorrebbe parlare con i genitori dei ragazzi che stanno partecipando alla festa: «Gli racconterei di una graziosa ragazza che ieri sera ho visto defecare in mezzo a una strada di campagna, così, davanti a tutti. Gli direi che qui in paese le farmacie non hanno più siringhe perché sono tutte destinate allo spaccio interno alla festa. Gli spiegherei che a Manciano un negoziante ha denunciato una spesa proletaria: provviste portate via senza pagare».


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