Il calendario segna meno dieci giorni all’apertura delle scuole e meno venti al suono della prima campanella per l’inizio delle lezioni. Le incognite sulla ripresa sono molte, in un contesto ancora fortemente influenzato dalla pandemia di Coronavirus. Uno dei principali fronti di scontro è la possibilità di fornire tamponi gratuiti al corpo docente non vaccinato e che quindi non possiede il Green pass. Ma le incognite riguardano anche questioni al centro del dibattito ormai da tempo, come distanziamento e trasporti pubblici.
Il distanziamento
Una incognita importante a pochi giorni dalla riapertura delle scuole riguarda il distanziamento e quali misure adottare per farlo rispettare. Nella circolare inviata dal ministero dell’Istruzione si raccomanda – ma non si obbliga – di mantenere un metro di distanza tra i banchi a meno che «le condizioni strutturali-logistiche degli edifici non lo consentano». Un problema che non si risolve ricorrendo alla didattica a distanza ma a «diverse misure di sicurezza». Praticamente l’obbligo di mantenere la distanza di almeno un metro decade, dando la possibilità agli studenti di stare anche molto vicini, non dimenticando l’uso della mascherina.
I trasporti
C’è poi l’eterno problema dei trasporti. L’idea di estendere il modello “scuolabus” anche a scuole superiori, proposta dal ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, per adesso rimane la più percorribile. I presidi invece ribadiscono la necessità di linee bus dedicate, soprattutto all’ingresso e all’uscita dagli istituti. La regione Toscana ha deciso di giocare d’anticipo chiedendo alla struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo di fornire di mascherine Ffp2 agli studenti che utilizzeranno i mezzi pubblici per andare a scuola.
I tamponi per gli insegnanti
Non è poi certo chi fra gli insegnanti non vaccinati avrà diritto al tampone gratis. Per il ministero saranno solo i fragili ma i sindacati avvertono che nel Protocollo firmato una settimana fa non esistevano limitazioni. I presidi sono abbastanza critici sulla questione, spiegando che fare tamponi ai docenti richiederebbe troppo lavoro extra. In particolare, scrive La Stampa, l’iter diventerebbe complicato nel caso della procedura di sostituzione del personale «dichiarato assente per il mancato possesso della certificazione verde che provocherà la perdita di molte ore di lezioni agli studenti. Non sarà possibile chiamare un supplente prima del quinto giorno di assenza».
I test salivari sugli studenti
E se per gli studenti non esiste alcun obbligo vaccinale, la proposta inserita nel protocollo tra Istituto superiore di sanità e Regioni è quella adottata già lo scorso anno in via sperimentale nella provincia di Bolzano e nella regione Lazio. Test salivari ogni mese su un campione di 110 mila studenti, scelti da scuole designate dalle amministrazioni locali, e che dovranno avere tra i 6 e i 14 anni.
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