Scuola, il ministero conferma: tamponi gratis al personale fragile. Tutti i nodi ancora da sciogliere prima del rientro in classe

Un passo in avanti che però lascia aperte alcune questioni, come i controlli legati al Green pass e all’eventuale sanzione, che consiste nella sospensione dal servizio del docente

La scuola riapre a settembre ma le regole non sono ancora certe. O meglio: la data segnata sul calendario è quella del primo del mese, ma per quel giorno il Parlamento non sarà sicuramente riuscito ad approvare l’emendamento al decreto del 6 agosto annunciato dal ministero e atteso dai sindacati. E quindi saranno i protocolli e le circolari di viale Trastevere a normare la riapertura degli istituti nel secondo anno scolastico segnato dall’emergenza Coronavirus. Con un problema sul tavolo: quello degli insegnanti no vax. Il ministro della Pubblica istruzione Patrizio Bianchi ha assicurato che i test a carico degli istituti saranno appannaggio soltanto di quei lavoratori che per condizioni personali o motivi di salute sono esenti dalla vaccinazione. E in serata il ministero dell’Istruzione nella nota al Protocollo sicurezza, siglato il 14 agosto scorso einviato oggi alle istituzioni scolastiche, ha confermato che i tamponi diagnostici saranno riservati «al personale scolastico, impegnato nelle attività in presenza e che si trovi in condizioni di fragilità sulla base di idonea certificazione medica».


Nel documento il ministero ricorda che sta assegnando alle scuole «specifiche risorse per affrontare l’emergenza sanitaria» e garantendo «il costante supporto amministrativo – contabile». La nota al Protocollo sottolinea inoltre che il tampone diagnostico rappresenta uno strumento essenziale per monitorare l’andamento dell’epidemia, anche all’interno della comunità scolastica. Le scuole potranno, dunque, utilizzare parte delle specifiche risorse che saranno loro assegnate destinandole alla copertura dei costi per effettuare Il ministero, in raccordo con il Commissario straordinario, invierà alle scuole, a breve, uno schema di convenzione tra Asl e singola istituzione scolastica che verrà predisposto d’intesa con il Ministero della Salute, anche con l’obiettivo di semplificare e uniformare le procedure su tutto il territorio. Un passo in avanti che però lascia ancora aperte alcune questioni, come ad esempio i controlli legati al certificato verde e all’eventuale sanzione, che consiste nella sospensione dal servizio del docente. Sul punto tornano a chiedere chiarezza i presidi, che tra l’altro non hanno posto la loro firma al Protocollo.


Settembre, la scuola e le regole

Ieri in un’intervista al Sole 24 Ore il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli è tornato a dire che i dirigenti scolastici non intendono favorire alcuna logica di sostituzione alla vaccinazione: «Non nascondiamoci dietro un dito, il protocollo sulla sicurezza, che non abbiamo firmato, su questo punto è scritto in modo ambiguo, e offre una scappatoia al personale no vax che, sulla carta, ogni due giorni, può fare il tampone gratis». Anche perché il sistema potrebbe comportare una spesa di un centinaio di milioni l’anno (a carico delle scuole) e complicare l’organizzazione del lavoro negli istituti. In più, sottolinea oggi il Corriere della Sera, anche la procedura da seguire nel caso in cui un professore non presenti il Green pass rischia di creare problemi sia ai presidi che agli studenti. Prima della sanzione – che consiste nella sospensione dal servizio e dallo stipendio – il docente ha quattro giorni di tempo per mettersi in regola. Durante questo lasso di tempo non può essere sostituito da un supplente: e quindi gli studenti possono rimanere senza insegnante in attesa di sapere cosa ha deciso di fare il loro professore. Soltanto allo scoccare del quinto giorno e se non arriva il certificato l’insegnante può essere sostituito e le lezioni possono riprendere regolarmente.

Le mascherine Ffp2 per i trasporti e la quarantena più breve

Intanto ieri il commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo ha detto di essere favorevole alla proposta di fornire mascherine Ffp2 agli studenti che vanno a scuola con i mezzi pubblici. Mentre il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Enrico Giovannini ha stanziato 600 milioni per gli scuolabus con l’obiettivo di metterli a disposizione anche degli studenti delle scuole superiori. C’è poi il problema del distanziamento sociale: il metro di spazio tra i bianchi è una “raccomandazione” nella nota inviata alle scuole dal ministero. Nel protocollo invece se ne pretende il rispetto «qualora logisticamente possibile», mentre tra i banchi e la cattedra i metri devono essere due. Un altro problema sul tavolo è quello dell’aerazione delle classi. Il ministero indica come soluzione quella di aprire le finestre anche d’inverno. Le scuole dovrebbero dotarsi di condizionatori e filtri. Infine c’è la didattica a distanza da adottare in caso di contagio: la classe dovrà rispettare una quarantena di dieci giorni prima del test di conferma. E la Dad potrà essere usata se le regioni o i comuni finiscono in zona arancione o gialla. La decisione spetterà ai governatori o ai sindaci.

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