Cosa succede a scuola sui tamponi gratis ai prof non vaccinati

Il ministro Bianchi sostiene che il protocollo firmato con i sindacati non li prevede. Ecco cosa c’è scritto nel testo. I presidi: spenderemo soldi destinati agli studenti, non è corretto

Il ministro della Pubblica Istruzione Patrizio Bianchi sostiene che il protocollo d’intesa firmato con i sindacati non prevede tamponi gratis agli insegnanti No vax. Ma il testo del protocollo firmato ieri mattina, riportato oggi da Repubblica, dice testualmente: «Il ministero autorizza gli istituti, mediante accordi con le aziende sanitarie o con strutture diagnostiche convenzionate» a usare le risorse straordinarie per la gestione dell’emergenza sanitaria «anche per consentire di effettuare tamponi diagnostici al personale scolastico secondo le modalità previste dal personale scolastico». Senza alcuna distinzione. Mentre in mattinata viale Trastevere aveva sostenuto che «le scuole potranno intervenire a favore dei più fragili, specificatamente coloro che non sono vaccinabili e che risultano, quindi, anche i più esposti al contagio da Covid-19».


Proprio per questo ieri 14 agosto l’Associazione Nazionale dei Presidi non ha firmato il protocollo e oggi il suo presidente Antonello Giannelli in un’intervista a La Stampa chiede che il testo del protocollo sia cambiato: «La parte sul tampone gratuito va modificata. Così com’è stata inserita nel Protocollo non permette di distinguere tra coloro che non si possono vaccinare per ragioni di salute. Non intendiamo favorire alcuna logica di sostituzione della vaccinazione col tampone». Il punto sollevato dai presidi è prima di tutto economico: «Si dirotteranno risorse che dovrebbero essere utilizzate per servizi da erogare agli studenti. Non ci sembra corretto». Poi Giannelli solleva dubbi anche dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro: «L’insegnante che deve sottoporsi a un tampone lascerà la classe scoperta facendo perdere ore di lezione. E la lascerà di nuovo scoperta dopo due giorni per ripetere il tampone. Se fossero 100mila gli insegnanti non vaccinati con tre tamponi a settimana si brucerebbero 100 milioni, più di un quarto dei fondi destinati alla ripartenza delle scuole».


Infine, c’è la questione politico-sindacale: «Sembra che da parte dei sindacati ci sia la premura di raccogliere il consenso di chi è titubante, di chi preferisce aspettare ancora prima di vaccinarsi sfruttando anche la possibilità di avere un tampone a spese dello Stato – conclude Giannelli-. È più comodo sicuramente ma è disfunzionale per il servizio che potrà essere reso agli studenti». Anche per Mario Rusconi, presidente Anp Roma e Lazio, la questione è molto grave: «Con quasi 200 mila persone tra docenti e non docenti ancora non vaccinati, quanto costerà alle scuole? Questo significa buttare i soldi, anche del Pnrr». E il primario dell’Ospedale Sacco di Milano Massimo Galli, in un colloquio con La Stampa, è ancora più duro: «Non sono d’accordo, mi pare l’ennesima scusa per rimandare la vaccinazione. È meglio di nulla, ma gli insegnanti devono vaccinarsi senza se e senza ma. Mi fa specie poi che ancora una volta non si considerino i guariti. Loro sì che potrebbero restare senza vaccinazione».

La versione del ministro Bianchi: «Niente tamponi gratis ai No vax»

Secondo il ministro Bianchi, che parla oggi con il Messaggero, gli accordi firmati non prevedono i tamponi gratis ai No vax: «Andremo incontro solo a chi non può vaccinarsi per gravi motivi di salute. Manderemo una circolare alle scuole con tutte le specifiche in accordo con il ministero della Salute. Tuteliamo i fragili, questo sì. Ma chi può vaccinarsi deve farlo: il vaccino è l’arma che abbiamo per uscire da questa pandemia e il Green Pass è uno strumento importantissimo di tutela della salute di tutti. Su questo non facciamo un passo indietro». Anche Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola, respinge le accuse sul sindacato che tiene bordone ai No vax. «La Cisl scuola il 9 gennaio scorso si schierò a favore dei vaccini agli insegnanti. La firma al Protocollo però non ha nulla a che fare con i no-vax, serve per garantire alla scuola di funzionare. Chi non vuole vaccinarsi sarà individuato o sospeso con le procedure del decreto che istituisce il Green Pass. Nel Protocollo si definiscono delle procedure necessarie per fare in modo che alle otto del mattino si possano svolgere le lezioni».

Il Corriere della Sera infine spiega che alle scuole è arrivata la circolare esplicativa sul Green pass dove viene confermato l’obbligo di «questa ulteriore misura di sicurezza» per tutto il personale docente e non, dal primo settembre al 31 dicembre 2021. Obbligo di «possesso» e di «esibizione». Sarà il preside, o un suo delegato, a dover controllare la certificazione, e chi non la presenterà sarà considerato «assente ingiustificato». Dopo 5 giorni sarà sospeso dal lavoro e dalla retribuzione. E sarà sanzionato: le multe vanno dai 400 ai 1.000 euro.

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