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Come cambia il reddito di cittadinanza: in campo le agenzie private. Cosa si rischia se si rifiuta un lavoro

02 Settembre 2021 - 10:01 Redazione
reddito cittadinanza furbetti
reddito cittadinanza furbetti
Il governo al lavoro sulle nuove regole del sussidio: centri per l'impiego in pensione, accorciamento della durata dei contratti che non si possono rifiutare

Il governo intende coinvolgere le agenzie di reclutamento private nella ricerca del lavoro per i percettori del Reddito di cittadinanza. Mandando così in pensione i centri per l’impiego. E intende anche tracciare le offerte di lavoro (tramite il sistema della mail, del messaggio su Whatsapp o dell’sms) per risolvere il problema dei rifiuti e far valere la regola della perdita del sussidio dopo i tre no. Anche perché circa 750 mila percettori del reddito di cittadinanza ritenuti attivabili non hanno ancora sottoscritto i patti per il lavoro e iniziato a cercare un impiego: questo dicevano i dati diffusi dall’Anpal a luglio. Su di loro si è acceso un faro quest’estate dopo che è scoppiato l’allarme per l’assenza di lavoratori stagionali. Gli imprenditori del turismo e della ristorazione hanno puntato il dito proprio contro il sussidio, accusandolo di disincentivare i percettori ad accettare i lavori a disposizione. Per questo adesso il governo vuole muoversi. E potrebbe mettere in campo anche un’altra riforma: l’accorciamento da tre a due mesi della durata dei contratti che non si possono rifiutare.

«C’è bisogno di creare quanto prima una sinergia tra pubblico e privato che ancora manca. Al momento il Reddito di cittadinanza è strutturato affinché le offerte di lavoro provengano dai centri per l’impiego, ma quando si scorrono i dati si scopre che questi ultimi statisticamente offrono il 4% delle opportunità lavorative l’anno. Esiste, quindi, un 96% di opportunità lavorative gestite dal mondo privato attraverso le agenzie per il lavoro al quale bisogna attingere», dice la sottosegretaria al Lavoro Tiziana Nisini al Messaggero. «Al momento, per come è strutturato il sistema, un lavoratore può voltare le spalle anche a 100 offerte di lavoro senza che nessuno se ne accorga. Lavoriamo perciò a una banca dati nazionale per avere un quadro completo delle domande e delle offerte di lavoro», aggiunge la senatrice della Lega.

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