Sputnik V in Campania: le dosi del vaccino non arriveranno. De Luca straccia il contratto con il fondo russo

La società Soresa incaricata delle operazioni di fornitura ha ufficialmente rescisso il contratto. «L’approvazione degli enti regolatori era pre-condizione essenziale»

Poco meno di sei mesi fa il presidente della Campania Vincenzo De Luca annunciava con tutti i clamori del caso la chiusura del contratto con il fondo russo per il vaccino anti Covid Sputnik V. Ora la notizia è quella di una definitiva marcia indietro sull’acquisto autonomo del prodotto russo e della revoca ufficiale dell’incarico alla società per azioni Soresa, scelta per gestire in nome della Regione Campania le operazioni di fornitura. L’acquisto del vaccino russo (tuttora non autorizzato dall’ente regolatore europeo) era stato uno dei temi più cavalcati da De Luca insieme al Veneto di Zaia per conquistarsi il primato delle campagne vaccinali agli esordi. Il freno messo da parte del governo nazionale e dalla comunità scientifica alimentò la polemica che ora sembra spegnersi in maniera definitiva con un contratto rescisso. La Soresa, con una firma da parte del direttore generale Mauro Ferrara, ha stabilito la rescissione del contratto stipulato lo scorso marzo con l’operatore economico Human Vaccine, rappresentato legalmente dal fondo russo RdiF Corporate Center Limited Liability Company. Non verrà più acquistata nessuna dose di Sputnik V e questo in ragione della mancata approvazione da parte delle autorità regolatorie europea e italiana, Ema e Aifa, del prodotto russo. «Un’approvazione», spiega Soresa, «espressamente indicata nel contratto come pre-condizione essenziale perché l’operazione di acquisto potesse andare in porto».


Il segreto del denaro pattuito e la stroncatura di Ema

Il primo segnale di resa da parte di Vincenzo De Luca era arrivato già a meta luglio, quando il presidente aveva inviato una nota alla società Soresa affinché accelerasse il provvedimento di rescissione del contratto. Eppure nelle settimane e nei mesi precedenti De Luca si era battuto a spada tratta con l’Aifa e con il commissario Figliuolo per l’approvazione e la diffusione di Sputnik V, sostenendo la validità del prodotto russo già allora in uso in diversi Paesi del mondo. La minaccia era stata quella di un’azione unilaterale da parte della Regione Campania che emancipava l’amministrazione locale nel prendere decisione di mercato totalmente autonome. Nonostante l’annuncio dell’accordo concluso, la Regione Campania ha sempre negato l’accesso ai documenti, soprattutto in merito alla quantità di denaro pattuita. Nonostante si tratti di soldi pubblici il mistero è continuato fin ad ora, con la sola ipotesi circolata (ma mai confermata da Soresa) di 3,5 milioni di euro pattuiti per l’acquisto. Nel frattempo sul fronte scientifico, dopo lo studio brasiliano per nulla incoraggiante pubblicato su The Lancet, l’Ema ha deciso di congelare il dossier di Sputnik V, rinviando la decisione di approvazione a data da destinarsi.


Leggi anche: