Il commissario Ue chiude a Sputnik e promette l’immunità di gregge entro luglio. Ma le dosi non bastano

Thierry Breton, l’uomo a capo della task force europea sui vaccini, è sicuro che le consegne dei prossimi tre mesi assicureranno all’Europa una sufficiente copertura vaccinale. Abbiamo fatto i calcoli

Dopo il caso AstraZeneca, l’Europa è di nuovo bersaglio di molte critiche per la lentezza con cui Bruxelles sta gestendo l’approvvigionamento vaccinale. Tuttavia, l’Unione europea non cambierà la sua strategia sui vaccini. A renderlo chiaro nella giornata di domenica 21 marzo è stato il commissario europeo per il mercato interno, Thierry Breton, che in un’intervista alla tv francese TF1 ha chiuso all’utilizzo di Sputnik V: «Non ne abbiamo bisogno». Con la capacità attuale, «entro la fine di giugno» Bruxelles è in grado di consegnare «tra le 300 e le 350 milioni di dosi e raggiungere così l’immunità di gregge entro la data simbolica del 14 luglio», festa nazionale francese, ha detto Breton. «Le dichiarazioni dei funzionari dell’Ue che non c’è bisogno dello Sputnik V possono indicare la volontà di difendere gli interessi di alcune aziende piuttosto che delle persone», ha risposto oggi il presidente russo Vladimir Putin nel corso di un incontro con i rappresentanti dell’industria farmaceutica russa. Una risposta è arrivata anche dagli stessi sviluppatori del vaccino russo che sull’account Twitter dedicato a Sputnik V hanno scritto: «Il commissario Thierry Breton è chiaramente prevenuto contro il vaccino solo perché è russo. Ignora che ha un’efficacia maggiore e risultati migliori sulla sicurezza rispetto ad altri vaccini approvati nell’Ue».


La promessa da Mosca: 100 milioni di dosi all’Ue

«Volendo puntualizzare, la Russia non ha mai voluto spingere il vaccino Sputnik V in Europa, il vaccino russo è stato richiesto dai paesi europei che, purtroppo, si sono visti ritardate o ridotte le consegne. Sulla carta l’Europa aveva oltre 3 produttori che avevano garantito la totale copertura della campagna vaccinale. Numericamente, la data di luglio, mi sembra un dato improbabile», ha dichiarato a Open il presidente della camera di commercio italo russa, Vincenzo Trani. Il vaccino russo attende di essere approvato dall’Ema ma, secondo le previsioni del presidente del Fondo russo per gli investimenti diretti, Kirill Dmitriev, il via libera non arriverà prima di giugno. «Se sarà approvato potremo consegnare 100 milioni di dosi a 50 milioni persone nell’Ue entro tre, quattro mesi», ha dichiarato Dmitriev. A oggi, sono 17,5 milioni le persone ad essere state completamente vaccinate contro il Coronavirus nell’Ue, circa il 3,9% della popolazione. Nonostante le rassicurazioni di Breton, le 350 milioni di dosi in arrivo nel secondo trimestre del 2021 non sarebbero comunque sufficienti a raggiungere l’obiettivo minimo fissato dall’Ue di vaccinare il 70% della popolazione adulta europea, ovvero 255 milioni di persone.


Le previsioni sulle dosi

Pfizer ha promesso che consegnerà nei prossimi tre mesi, quindi entro la fine di giugno, 200 milioni di dosi, permettendo cosi di vaccinare 100 milioni di persone. A queste vanno aggiunte le 35 milioni di dosi di Moderna e le 70 di AstraZeneca. Entrambi i vaccini richiedono due dosi e offrirebbero quindi una copertura a circa 52 milioni e mezzo di persone. Anche Johnson & Johnson ha promesso che consegnerà 55 milioni di vaccini monodose. Complessivamente, quindi, le 360 milioni destinate ai Paesi membri dell’Ue permetterebbero di immunizzare 207 milioni di persone, a cui si andrebbero ad aggiungere le 17 milioni di persone già immunizzate. Per un totale di 224 milioni di persone completamente protette dal Coronavirus. Un dato ben sotto l’obiettivo minimo di immunizzazione fissato a 255 milioni

Credits/Our World in Data | Numero di persone completamente vaccinate contro il Coronavirus nell’Ue

Inoltre, le previsioni di Breton si basano sulla convinzione – e fiducia – che l’Europa non incorrerà in nessun altro ritardo. Secondo una stima stilata a fine febbraio dalla società tedesca Statista, con gli attuali ritmi di vaccinazione, l’Unione europea dovrebbe triplicare il numero di somministrazioni quotidiane per raggiungere entro settembre l’immunità di gregge. La Germania, ferma a 190 mila somministrazioni al giorno, dovrebbe arrivare almeno a 315.200. La questione ora è se il vaccino russo possa sopperire a questo problema di approvvigionamento. Al momento, solo l’asse Italia-Germania sembra essersi mossa in direzione di Mosca. È stata proprio l’Italia il primo Paese in Europa a chiudere un accordo tra privati per la produzione di Sputnik V. Tuttavia, «visto che il vaccino non è stato autorizzato alla distribuzione nell’Unione Europea, il vaccino è attualmente destinato a tutti quei mercati dove Sputnik V è autorizzato e in uso», precisa ancora Trani. «Se domani l’Unione Europea autorizzerà il vaccino russo, ovviamente avere uno stabilimento che lo produce localmente potrebbe accelerare la distribuzione». Le 100 milioni di dosi promesse da Sputnik potrebbero comunque non servire all’Europa nel caso in cui gli accordi di consegna fossero rispettati. Ma avere più dosi permetterebbe comunque di accelerare la campagna di immunizzazione. E donare le dosi non utilizzate ad altri Paesi nell’ambito del programma internazionale Covax.

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