Per la prima volta in Italia il libro più venduto è un manga. L’editrice Bovini: «Ora non si torna indietro» – L’intervista

«One Piece n. 98 – Celebration Edition» è stato il libro più venduto in Italia la scorsa settimana. Un traguardo per i fumetti giapponesi. Ormai non sono più un fenomeno di nicchia

La differenza è nello spazio. Fino a dieci anni fa le librerie più grandi in Italia avevano giusto qualche manga, tendenzialmente spaiato, impolverato e dimenticato negli scaffali più bassi della sezione fumetti. Ora ai manga sono riservate intere sezioni. Il tempo dei fumetti giapponesi come fenomeno di nicchia è finito esattamente la scorsa settimana, quando per la prima volta in Italia il libro più venduto è stato un manga. Nello specifico l’ultimo volume di One Piece, un’edizione speciale per celebrare l’arrivo del numero 100. Il manga scritto e disegnato da Eiichirō Oda racconta la storia di Monkey D. Luffy, un ragazzo che vuole diventare il re dei pirati (ci perdonino i fan per la semplificazione). Nella stessa classifica si poteva trovare tra i libri più venduti anche un altro fumetto: il numero 14 di Dragon Ball Super. Schiacciato tra i due Tre, di Valérie Perrin.


La casa editrice che pubblica sia One Piece che Dragon Ball in Italia è Star Comics. Nata nel 1987 a Bosco, in provincia di Perugia, all’inizio della sua storia aveva puntato tutto sui supereroi della Marvel. Nel giro di pochi anni la Marvel decise però di rilevare i diritti per occuparsi direttamente della stampa dei sui albi. Da qui il passaggio all’altro lato dell’Oceano Pacifico. Ora la direttrice editoriale di Star Comics è Claudia Bovini. Insieme al fratello Simone amministra tutto il gruppo. Un affare di famiglia, visto che loro padre è Giovanni Bovini, il proprietario della tipografia di Bosco in cui è cominciato tutto.


Cosa è successo adesso? Perché i manga sono diventati mainstream?

«Per i manga è molto importante la presenza dell’anime, la serie animata nata dai fumetti. È una cosa che permette di lanciare i titoli. Prima Mediaset trasmetteva tutti gli anime più importanti, ora sono le piattaforme di streaming a investire su questo settore. Altro fattore fondamentale è la facilità di reperimento del materiale. C’è Amazon ma ci sono anche gli scaffali librerie come Feltrinelli e Mondadori che ospitano i manga».

Qual è il manga più venduto in Italia?

«One Piece ha ancora il record. Credo che in tutto si possa parlare di 18 milioni di copie vendute. E mancano ancora almeno cinque anni prima che finisca. In questo momento il fumetto che ha la tiratura più alta è però Demon Slayer. Qui siamo arrivati alle 200 mila copie di tiratura. È vero però che noi facciamo una tiratura molto alta e puntiamo a smaltirla nel corso del tempo».

Il primo manga che hai letto?

«Per me è stato inevitabile leggere manga, ero un’adolescente quando mio padre ha cominciato a lavorare come editore di fumetti. Il primo che ho letto è stato Dragon Ball. Me ne sono innamorata ed è una lettura che mi concedo periodicamente anche oggi. Ho pianto un sacco con Video Girl Ai, una serie che per la prima volta ha portato in fumetteria il pubblico femminile. Di recente Demon Slayer mi ha fatto tornare la voglia di leggere. Non sempre è facile ritagliarsi il tempo».

DEMON SLAYER | Uno dei manga più venduti in questo momento

La Star Comics ha cominciato pubblicando fumetti Marvel. All’inizio degli anni ’90 siete stati tra i primi a puntare sui manga. Come è stata la risposta del pubblico italiano?

«All’inizio c’era un pubblico che era già formato ed era interessato alla cultura giapponese. Fin dagli anni ’80 l’Italia è stata invasa dagli anime, i cartoni animati tratti dai fumetti giapponesi. Quando abbiamo introdotto questi fumetti la risposta è stata subito molto buona. Eravamo già svezzati. Non era una novità totale».

Qual è stato il primo manga che avete pubblicato?

«In realtà ce ne sono stati diversi. Star Comics aveva cominciato la pubblicazione con una rivista: Kappa Magazine. In Giappone è una tradizione che funziona molto bene. Escono riviste settimanali che raccolgono capitoli di manga diversi. Poi abbiamo cominciato a pubblicare volumi monografici come Le bizzare avventure di JoJo».

LE BIZZARRE AVVENTURE DI JOJO | Uno dei primi manga pubblicati da Star Comics

Chi erano i lettori di manga negli anni ’90?

«Tendenzialmente gli stessi di adesso: adolescenti cresciuti a pane e anime. Erano questi quelli più ricettivi. Certamente per la maggior parte era un pubblico maschile, fatto sopratutto di giovani adolescenti. Adesso la forbice è molto più ampia: sta emergendo un pubblico più giovane e ci sono anche i lettori storici che non mollano».

Quali sono stati i primi titoli a funzionare bene, in termini di vendite?

«Con i manga, anche quando esordiscono sul mercato, parliamo fin dall’inizio di volumi di vendita alti: sotto le 20 mila copie un titolo veniva considerato fiacco. Il manga che ha segnato una rottura definitiva con il passato è stato Dragon Ball, nel 1995. Parliamo di 100 mila copie ogni 15 giorni. Un boom trainato dall’anime su Mediaset».

Quali sono state le difficoltà principali all’inizio di questo settore?

«Ricordo benissimo che arrivavano dal Giappone e dagli Stati Uniti le pellicole già stampate. I testi giapponesi venivano grattati e poi venivano riapplicati quelli in italiano. Si faceva tutto manualmente. Si lavorava in un mondo totalmente analogico. A livello di produzione le difficoltà erano diverse. Poi c’è stato il problema delle infrastrutture: c’era un sistema distributivo acerbo, pochissimi punti vendita. Le librerie più grandi non avevano manga».

Come avete fatto con la censura? Nei manga sono frequenti anche scene esplicite a cui il pubblico italiano non era abituato.

«Sì, mi ricordo bene che già con Dragon Ball abbiamo dovuto sistemare qualche vignetta per coprire una Bulma non esattamente vestita. In quel caso abbiamo allungato la gonna di qualche centimetro. Gli editori giapponesi sono abituati a ricevere richieste di censura da altri Paesi che hanno un gusto diverso. Negli ultimi anni stiamo cercando però di offrire un prodotto sempre più vicino all’originale».

Ora come è cambiato il pubblico che legge manga in Italia?

«È diventato molto esigente. Una volta andava bene leggere il fumetto con poche lire. Adesso si cerca di avere un prodotto vicino all’edizione giapponese. C’è tanta richiesta di cofanetti per le collezioni o edizioni speciali come quella di One Piece che ha fatto il record settimana scorsa».

Questo mondo verrà trasformato da tutta l’attenzione che sta ricevendo?

«Questa intervista è già una dimostrazione. Di solito è difficile che le testate generaliste si interessino al nostro mondo. I manga non sono considerati più solo come un fenomeno di intrattenimento, ma anche come un fenomeno culturale. È un meccanismo che ormai si è innescato: non si può tornare indietro».

Foto in copertina: Vincenzo Monaco

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