Omicidio di Chiara Ugolini, troppi traumi interni: l’autopsia non chiarisce le cause della morte. Convalidato il carcere per Impellizzeri

Il 38enne è accusato di aver commesso l’omicidio con le aggravanti di aver agito con crudeltà e per motivi abietti

L’autopsia sul corpo di Chiara Ugolini, la 27enne uccisa lo scorso 5 settembre nel suo appartamento a Calmasino, in provincia di Verona, non ha permesso di determinare con esattezza la causa della morte. Dall’esame autoptico sono emersi diversi traumi interni, alla nuca, al torace, all’addome, segno di una colluttazione violenta con l’aggressore, ma nessuna lesione che spieghi la causa del decesso. Verrà ulteriormente approfondita l’entità dei danni causati dalla candeggina che la giovane è stata costretta a ingerire dal killer. Secondo gli inquirenti, Ugolini è stata sorpresa dall’aggressore mentre si stava vestendo. Non avrebbe subito una violenza sessuale.


Le indagini

Al contempo, sono stati convalidati il fermo e la misura cautelare del carcere per Emanuele Impellizzeri, il 38enne vicino di casa della giovane, fermato con l’accusa di aver ucciso la giovane. Al momento dell’arresto Impellizzeri presentava graffi su volto e collo, segno di una presunta colluttazione che sarebbe avvenuta tra i due nel momento in cui Chiara Ugolini ha visto l’uomo tentare di entrare in casa sua. Il 38enne è accusato di aver commesso l’omicidio con le aggravanti di aver agito con crudeltà e per motivi abietti. Secondo il racconto di Impellizzeri, la giovane sarebbe caduta battendo la testa. Tuttavia il 38enne, che stava scontando una condanna per due rapine risalenti al 2006, con l’affidamento in prova ai servizi sociali, non ha chiarito perché si trovasse nell’appartamento della giovane. Gli investigatori, intanto, continuano a indagare sul movente dell’omicidio. Escluso il movente economico, così come il furto, sembra farsi sempre maggior strada l’ipotesi di aggressione per scopi sessuali da parte dell’uomo.


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