Green pass a lavoro, sospensioni, multe e denunce: le nuove regole per fabbriche, uffici e studi professionali

Dal 15 ottobre il mondo del lavoro pubblico e privato affronterà la sfida del pass sanitario obbligatorio per tutti i dipendenti. Dai capi reparto addetti ai controlli alle norme per la riammissione, ecco come funzionerà

L’obiettivo principale è quello di mettere il Paese in zona di sicurezza entro massimo quattro settimane. Il mezzo scelto dal governo Draghi per raggiungerlo è ancora una volta il Green pass, dal 15 ottobre esteso in tutti i luoghi di lavoro, pubblici e privati. Prima che la stagione invernale arrivi, e con essa l’aumentato pericolo di diffusione dei contagi da Covid-19, l’esecutivo vuole assicurarsi che i non ancora vaccinati scelgano finalmente la strada della protezione. E così, acquistando un primato assoluto in Europa, l’Italia si dirige verso l’obbligo di pass sanitario in fabbriche, uffici, studi professionali e aziende. Chiunque vorrà continuare a svolgere in maniera regolare il proprio lavoro sarà obbligato a presentare la Certificazione verde Covid-19 attestando così l’avvenuta vaccinazione, un tampone con esito negativo effettuato nelle ultime 48 ore o la guarigione dal virus. Quali saranno le regole e quali le sanzioni per i più di 18 milioni di lavoratori del privato attualmente sprovvisti di Green pass? E quali quelle che riguarderanno i 300 mila dipendenti pubblici, anche loro senza Carta verde?


Come funzionerà per uffici e fabbriche

Per gli operai e i dipendenti che il 15 ottobre si recheranno in fabbrica o in ufficio sarà obbligatorio all’ingresso esporre il proprio pass sanitario in forma cartacea o digitale. Se non lo faranno verranno considerati assenti ingiustificati già dal primo giorno di Certificazione non presentata. A quel punto scatteranno le seguenti sanzioni:


  • La violazione dell’obbligo di avere il certificato verrà subito punita con una multa che oscilla tra i 400 e i 1.000 euro. Cifre che potranno salire in caso di contraffazione del documento sanitario, con annessa denuncia.
  • Sospensione. Le possibilità da dover stabilire saranno due: il lavoratore potrà essere sospeso dal posto di lavoro, con blocco totale dello stipendio annesso, già dal primo giorno in cui dimostrerà di essere sprovvisto di pass. Oppure dovranno passare 5 giorni canonici di assenza ingiustificata per mancato Green pass dopo dei quali si procederà alla sospensione ufficiale. In ogni caso il provvedimento sarà quello di allontanare dall’attività lavorativa il dipendente privandolo di ogni tipo di remunerazione. Un iter a cui in nessun caso potrà seguire il licenziamento.
  • Riammissione. Sospeso dalla propria attività lavorativa e senza stipendio, il dipendente potrà andare incontro a una riammissione solo se dimostrerà di essersi munito di Certificazione verde.

Come funzionerà per i dipendenti pubblici

Per i 4 milioni di dipendenti pubblici sprovvisti di Green pass le regole saranno simili a quelle di insegnanti e operatori scolastici. Tutti quelli che all’ingresso degli uffici non presenteranno Certificazione verde verranno rimandati a casa. In questo caso, così come succede per il “modello scuola” le assenze ingiustificate verranno consentite per 5 giorni, termine dopo il quale il dipendente pubblico non potrà svolgere più il proprio servizio né ricevere il consueto stipendio.

Chi controlla: capi ufficio e capi reparto in prima linea

Sul fronte dei controlli la procedura di verifica all’ingresso di uffici e luoghi di lavoro sarà simile sia per il pubblico che per il privato. Sulla scia di quello che succede già nell’ambito scolastico, anche per le aziende saranno nominati degli addetti al controllo: un capo ufficio o un capo reparto, così come accade per i presidi o i suoi delegati nelle scuole. Il controllo verrà effettuato tramite l’App Verifica C19 utilizzata anche per ristoranti e locali che permetterà di attestare la validità del pass senza tuttavia specificare quale delle tre opzioni permesse (vaccinazione, tampone, guarigione avvenuta) corrisponda al dato personale del soggetto in questione. I capi ufficio o i capi reparto saranno inoltre legittimati a invocare l’intervento delle forze dell’ordine per casi di palese contraffazione del documento sanitario. A quel punto le autorità potranno intervenire per accertamenti di eventuali falsi e in caso di illegalità procedere a denuncia.

Tamponi gratis per i fragili

Il prezzo dei tamponi per chi ancora resiste al vaccino o chi ne è esentato per motivi di salute è uno dei nodi più complicati da sciogliere. A questo proposito il governo effettuerà un’ulteriore riduzione del prezzo, già calmierato nel precedente accordo tra la struttura commissariale del generale Figliuolo e le farmacie sparse sul territorio nazionale. La totale gratuità verrà concessa invece soltanto ai lavoratori che fanno parte della cosiddetta categoria fragile e quindi esentata dalla vaccinazione anti Covid. L’idea da poter mettere in campo per il resto dei dipendenti è quella di “un’ultima spiaggia”, un arco temporale limitato entro il quale il lavoratore potrà approfittare di test gratuiti in attesa di riuscire a sottoporsi alla prima iniezione di vaccino.

I lavoratori esentati

Gli esclusi dall’estensione dell’obbligo di Green pass nei luoghi di lavoro pubblici e privati sono in primis i cosiddetti “fragili”. Persone con un sistema immunitario molto basso dovuto a specifiche patologie che il ministero della Salute ha già elencato per l’obbligo di pass sanitario in generale. I lavoratori che potranno entrare in fabbrica o in ufficio anche senza Certificazione verde Covid-19 sono:

  • Tutti quelli che hanno riscontrato una reazione allergica grave dopo la prima dose di vaccino o che già registrano un’allergia a uno dei componenti del vaccino stesso;
  • Le donne in gravidanza. Pur ribadendo che la vaccinazione anti-SARS-CoV-2 non è controindicata in gravidanza, il Ministero della salute dispone una certificazione di esenzione anche per questo caso, «qualora, dopo valutazione medica, si decida di rimandare la vaccinazione»;
  • Gli affetti da sindrome di Guillain-Barré
  • I pazienti con diagnosi di miocardite/pericardite
  • i volontari del vaccino italiano ReiThera la cui sperimentazione è stata bloccata
  • I cittadini di San Marino.

Per tutti gli esenti sono attualmente disponibili dei certificati sostitutivi rilasciati dai medici vaccinatori dei Servizi vaccinali delle Aziende e dei Servizi Sanitari Regionali o dai medici di medicina generale. Il documento di esenzione dovrà essere consegnato a lavoro come lasciapassare in assenza di Carta verde.

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