Bufera sui social dopo l’intervento di Palombelli. Interviene anche la ministra Dadone: «Parole gravissime. Offendono le donne»

Fanno discutere le parole della conduttrice. Tanti la criticano, pochi la difendono. Le reazioni sui social network

Tanti la attaccano. Pochissimi la difendono. Le parole pronunciate da Barbara Palombelli a Forum hanno sollevato un polverone, fuori e dentro i social network: «È lecito domandarsi se questi uomini (quelli che hanno commesso femminicidi, ndr) erano completamente fuori di testa oppure se c’è stato un comportamento esasperante, aggressivo anche dall’altra parte. Si tratta di una domanda, dobbiamo farcela per forza». La stessa conduttrice, dopo le polemiche, è tornata sulle sue parole: «Quando la rabbia non si controlla dobbiamo interrogarci», ha scritto in un post su Facebook, non arretrando di fatto rispetto alla posizione che aveva espresso poche ore prima, e che tante critiche aveva generato sui social. La viceministra delle Infrastrutture Teresa Bellanova ha attaccato: «Chiedere se la violenza sulle donne possa derivare dall’esasperazione dell’uomo provocata dalla donna rischia di essere l’ennesimo vergognoso alibi a un fenomeno gravissimo che, anche per queste giustificazioni, dilaga nel nostro Paese». Sempre dal governo si è aggiunta anche la voce della ministra per le Politiche Giovanili Fabiana Dadone: «È gravissimo, sono frasi che si commentano da sole. Sono offensive verso tutte le donne».


«Quando i mezzi di comunicazione sostengono che un femminicidio possa essere l’effetto del comportamento delle vittima, siamo nel pieno del victim blaming, che è proprio una delle cause dei femminicidi e della mancanza di sanzioni e leggi adeguate», ha commentato invece Amnesty.


Laura Boldrini, su Twitter, ha scritto: «No, non è lecito chiedersi se una donna abbia meritato di morire per mano di un uomo. La causa dei femminicidi è una sola: l’idea di possesso verso le donne che spinge gli uomini alla violenza. Punto e basta. Gravissime le parole di Palombelli, pronunciate per giunta in tv».

Dello stesso avviso anche Fiorella Mannoia e Selvaggia Lucarelli. «Se ti stuprano forse te la sei cercata, se ti ammazzano forse te la sei cercata. Mi sono rotta le palle di queste frasi. Mi rivolgo agli uomini: ribellatevi a chi vi disegna come dei primati che non riescono a tenere a freno gli intinti, fatelo voi perché. Noi siamo stanche! Basta», ha scritto Mannoia. «Era perfino meglio il monologo di Sanremo», commenta Lucarelli.

A difendere Palombelli sono intervenuti invece Annamaria Bernardini De Pace e Giampiero Mughini. L’avvocata ha spiegato che quella della Palombelli è «solo una delle spiegazioni possibili del femminicidio; si è ben guardata dal legittimarlo. Anzi. Gli ignoranti mossi da odio sinistro dovrebbero leggere il codice penale e soffermarsi a capire il concetto di provocazione. Nei tribunali se ne parla». «La parità è proprio nel concetto espresso dalla Palombelli che dimostra conoscenze giuridiche (a differenza di chi la critica bovinamente) giacché richiama il principio giuridico della provocazione, che non legittima il femminicidio, ma ne dà una possibile spiegazione». Per Mughini, che è intervenuto su Dagospia, Palombelli ha avuto molto «coraggio»: «Detto questo io penso che ciascuna storia per quanto atroce, e dunque i suoi protagonisti, vadano ogni volta studiati come un caso a sé».

Foto in copertina: ANSA | MEDIASET

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