Bollette, così il governo vuole tagliare il 30% degli aumenti: quanto si pagheranno elettricità e gas

L’esecutivo punta a racimolare 3 miliardi per un decreto legge da pubblicare la prossima settimana. E a rinviare alla legge di bilancio il ricalcolo degli oneri di sistema

Il governo Draghi punta a tagliare il 30% degli aumenti delle bollette di elettricità e gas. Che quindi incrementeranno comunque a partire dall’autunno. E vuole cambiare il metodo di calcolo del conto dell’energia eliminando gli oneri di sistema. Il varo delle misure d’emergenza è previsto per la prossima settimana con un apposito decreto legge. Mentre il tema è stato oggetto ieri di una riunione specifica del premier con il ministro dell’Economia Daniele Franco e con il responsabile della Transizione Ecologica Roberto Cingolani. Mitigare i forti rincari in arrivo del 30% significherebbe comunque porsi al di sotto dell’asticella che era stata invece raggiunta a luglio, quando con un’operazione da 1,2 miliardi di risorse pubbliche si era riusciti in pratica a dimezzare gli aumenti che erano previsti nell’ordine del 20%. Stavolta le stime parlano di incrementi in bolletta del 40% per la luce e di circa il 31% per il gas.


Il rincaro del 40% delle bollette di elettricità e gas

E il Sole 24 Ore spiega oggi che questo comporterebbe comunque una maggiore spesa complessiva sulla bolletta degli italiani in regime di maggior tutela di quasi 9 miliardi di euro. Per questo, argomenta il quotidiano, la parte più complicata della manovra in elaborazione è l’individuazione di risorse sufficienti ad avvicinarsi almeno a un terzo della sterilizzazione dei rincari. Dal ministero dell’Economia dovrà arrivare il contributo più importante, nell’ordine di circa 2 miliardi visto che dai proventi delle aste per le emissioni di CO2 potrebbero arrivare non più di 750 milioni. Il conto totale quindi è presto fatto: con il solo intervento del decreto legge si sterilizzerebbe soltanto il 30% del totale di 500 euro di rincari annui calcolato dalle associazioni dei consumatori. Pari a circa 166 euro. Il resto, ovvero 333 euro, rimarrà sul groppone dell’utenza.


La riforma strutturale della bolletta dell’elettricità e del gas invece arriverà alla fine dell’anno con la Legge di Bilancio 2022. E sul tavolo ci sono le ipotesi di defiscalizzazione e di intervento sull’Iva compatibilmente con le regole dell’Unione Europea. L’ipotesi è quella di passare al regime agevolato dell’Imposta di Valore Aggiunto per tutti. Ma si parla anche del trasferimento in fiscalità generale almeno di una parte degli oneri di sistema che gravano sulla bolletta, quantificati dall’Authority per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera) in 15 miliardi nel 2020. «Bisogna ragionare su come viene costruita e calcolata la bolletta», ha detto ieri il ministro Cingolani che è direttamente impegnato sul dossier.

Il metodo di calcolo della bolletta

Il quotidiano spiega che nel metodo di calcolo della bolletta la voce che pesa di più nelle tasche degli italiani è rappresentata dalla cosiddetta componente “Asos” che copre soprattutto il finanziamento dello sviluppo delle rinnovabili (oltre alle agevolazioni per gli energivori e al Cip6 che premia l’energia prodotta da terzi attraverso fonti verdi, rifiuti o impianti ad alta efficienza, e ceduta alla rete elettrica nazionale). La cifra totale è di 12 miliardi e rappresenta l’80% di tutti gli oneri di sistema. Gli altri 3 miliardi sono rappresentati da altre spese, dai costi di smantellamento delle centrali nucleari ai regimi tariffari speciali per le ferrovie. L’Arera e l’Antitrust propongono di porre a carico della fiscalità generale entrambe gli esborsi che cubano circa un miliardo sui tre di tutta la componente “Arim”. Tutto ciò costituirebbe comunque un gioco a somma zero, visto che presuppone un gravame sulla tassazione di ogni cittadino.

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