Mariano Cannio: il domestico indagato nel caso del bambino caduto dal balcone e il buco di tre ore dopo la “fuga”

Nell’indagine per omicidio il momento in cui Cannio lascia la casa di via Foria a Napoli e quello del suo rintracciamento nei paraggi della zona dei tribunali

C’è un buco di tre ore nell’indagine su Mariano Cannio, il domestico fermato su ordine del pubblico ministero per la morte di Samuele, caduto dal terzo piano di un’abitazione di via Foria a Napoli. Dall’una di venerdì scorso, giorno della tragedia, fino al pomeriggio inoltrato (ovvero le 16 o le 17), momento in cui si è saputo della sua presenza in casa. Il Mattino ricostruisce oggi quelle ore: mentre la madre Carmen urlava e piangeva, Cannio si allontanava dalla casa. Nessuno ha notato la “fuga” del 38enne e nemmeno in ospedale se ne parlava. Solo dopo l’intervento della squadra mobile Cannio viene ritrovato non in casa sua ma nei paraggi della zona dei tribunali.


Samuele e il filmato su TikTok

Secondo il quotidiano è stata proprio Carmen a dire alla polizia della presenza in casa di Cannio nel momento della caduta dal balcone di Samuele. Così è cominciata la caccia all’uomo. Ma nell’indagine ci sono anche alcuni punti fermi da riepilogare. Il primo è che non c’è stato alcun urlo da parte del bambino e questo dovrebbe permettere di scartare l’ipotesi della lite. Il secondo sono le ammissioni da parte dell’indagato, il quale – assistito dall’avvocata Carmen Moscatella – si è limitato a ricordare di aver preso Samuele in braccio. Poi ci sono i silenzi del quartiere: nessuno ha detto nulla alla polizia riguardo Cannio e i suoi problemi psichici. Oggi ci sarà l’udienza di convalida del fermo nel carcere di Poggioreale e l’autopsia del bambino. Subito dopo la famiglia stabilirà la data del funerale.


Intanto un filmato nel quale si vede la mamma del piccolo Samuele abbracciare il figlio morente sul marciapiedi in Via Foria a Napoli sta circolando in queste ore su alcune chat. Nel video si registrano i primi istanti della tragedia dopo la caduta venerdì scorso dal terzo piano del bambino di quasi 4 anni, mentre si prestano i soccorsi. Per questa vicenda è indagato con l’accusa di omicidio un 38enne, Mariano Cannio. «Per ora non mi risulta che il video sia pubblicato sui social e a chi me lo ha mandato ho rivolto un appello a fermarsi, a non contribuire ad aumentare il dolore», dice all’ANSA il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli.

Il video di Cannio e Samuele

Quanto al video circolato sui social media, nel quale il bambino di quasi quattro anni dice al domestico «ti butto giù», accompagnando la frase con un insulto dialettale, l’ avvocata Moscatelli ha detto che «non è oggetto di contestazione, almeno per il momento. Se lo sarà, lo valuteremo». La madre di Samuele ha lanciato un appello, chiede ‘pietà’: «Per piacere non pubblicate più fotografie di mio figlio, né video». L’ inchiesta sulla morte del bambino, che ha provocato forte commozione nel quartiere di San Carlo Arena, è affidata al pm della Procura di Napoli Barbara Aprea. Cannio viene descritto come di carattere chiuso e con una personalità problematica. Ha ammesso con gli investigatori di aver preso in braccio il bambino sul balcone, ma ha negato di averlo buttato giù. E poi ha fatto riferimento ai suoi problemi psichiatrici. Al momento della tragedia la madre, Carmen, 38 anni, incinta all’ottavo mese, era in casa, ma si era allontanata dalla stanza dove si trovava Samuele. A casa dei genitori del piccolo si è recato ieri l’arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, che ha ricordato il dolore della famiglia nell’omelia in Cattedrale per la Messa di San Gennaro. La famiglia di Samuele è conosciuta. Il padre, Giuseppe, lavora in un garage vicino casa, il nonno gestisce un negozio di articoli militari.

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