Carles Puigdemont arrestato in Sardegna, oggi l’udienza. L’avvocato: «Non può essere portato in Spagna»

A Sassari la convalida. Il legale avverte: il mandato d’arresto è sospeso

Dopo l’arresto ieri appena arrivato all’aeroporto di Alghero, l’ex presidente della Generalitad della Catalogna Carles Puigdemont è stato trasferito nel carcere di Sassari. Secondo quanto scrive il quotidiano spagnolo El País citando fonti giuridiche, e secondo quanto conferma il console onorario spagnolo ad Alghero, l’avvocato Fabio Bruno, l’udienza per decidere se «rilasciarlo o ordinare l’estradizione» in Spagna sarebbe prevista per le 9 del mattino di oggi. L’avvio del processo di estradizione dovrà invece attendere, dice ancora Bruno. «Ancora non si sa quando sarà l’udienza di convalida, che potrebbe essere fissata nella tarda mattinata di oggi o di domani, a seconda di quando arriveranno i documenti che i giudici e io dovremmo consultare», dice invece l’avvocato Agostinangelo Marras, che assiste dinanzi alla Corte d’Appello di Sassari l’ex presidente della Catalogna.


Puigdemont si stava recando nell’unica città italiana di lingua e cultura catalana per prendere parte a un incontro con il movimento autonomista dell’isola con il governatore Christian Solinas e con Michele Pais, il presidente del consiglio regionale. Una visita da lungo tempo annunciata e che sarebbe durata tre giorni. Da ieri e dalla conferma del fermo da parte dell’avvocato Gonzalo Boye, si è attivata la diplomazia spagnola. Fabio Bruno, avvocato di Alghero e console onorario di Spagna per le province di Sassari, Nuoro e Oristano è stato inviato per accertare il rispetto delle regole internazionali nel caso del leader indipendentista.


Il mandato di arresto

Puigdemont è stato arrestato dalla Polizia sulla base di un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità spagnole per reati contro l’ordine e la sicurezza pubblica nazionale. All’arrivo all’aeroporto gli è stato notificato il mandato internazionale della Corte Suprema spagnola. Ma, fa notare David Carretta, corrispondente per Radio Radicale dalle istituzioni europee e collaboratore de Il Foglio, se il suo fermo venisse confermato l’Italia rischierebbe una crisi legale con l’Unione europea. «Il caso è molto grave perché a luglio il Tribunale dell’Ue aveva confermato temporaneamente la revoca dell’immunità sostenendo che non c’era urgenza perché Puigdemont non sarebbe stato arrestato in altri Stati membri», scrive Carretta su Twitter.

E la Spagna aveva sospeso l’esecuzione del mandato d’arresto Ue. Ha dichiarato che il mandato d’arresto contro Puigdemont è sospeso e nessuna giurisdizione in altri paesi Ue può dare esecuzione a quello europeo. L’indipendentista, insomma, non può essere arrestato, né tanto meno portato in Spagna (tra paesi europei non è corretto parlare di estradizione, istituto sostituito dal mandato di arresto europeo, ndr). Come twitta in queste ore il suo avvocato Gonzalo Boye.

Chi è Carles Puigdemont

Carles Puigdemont i Casamajó ha 58 anni. Dopo essere stato, dal 2011 al 2016, sindaco di Girona – e dopo aver lavorato anche a lungo come giornalista – dal gennaio del 2016 all’ottobre dell’anno successivo è stato presidente della Generalitat de Catalunya: fino al commissariamento regionale. Per il movimento indipendentista catalano è lui il presidente dell’autoproclamata e non riconosciuta – “Repubblica Catalana”. Il leader indipendentista aveva scelto di espatriare a Bruxelles il 30 ottobre del 2017, per sfuggire all’arresto. La Procura di Madrid aveva infatti accusato lui e tutto l’esecutivo catalano di ribellione proprio per quell’indipendenza autoproclamata sulla base del referendum del primo ottobre («Volete che la Catalunya sia una Stato indipendente sotto forma di Repubblica?», era in quesito). L’esito della votazione era stato infatti favorevole all’indipendenza, ma era la stessa consultazione a essere stata giudicata incostituzionale.

Dal Belgio Puigdemont non era più voluto tornare in Spagna per testimoniare. Da qui il mandato d’arresto europeo. Che però un mese dopo era stato ritirato dalla Corte Suprema, tanto che il leader indipendentista aveva potuto viaggiare – ma non rientrare in patria. Un nuovo mandato di arresto era stato emesso l’anno dopo. Il politico catalano era stato fermato in Germania mentre tentava di tornare dalla Finlandia a Bruxelles. A questo punto però Puigdemont resta bloccato a Berlino per qualche mese, col divieto di lasciare il paese. Fino a quando riesce a fare ritorno in Belgio perché un tribunale locale si rifiuta di “estradarlo” e ritira le misure nei suoi confronti.

L’indipendenza della Catalogna

La “saga” dell’ex leader prende una nuova strada quando, a maggio del 2019, Puigdemont viene eletto parlamentare europeo. Qui la battaglia legale si fa ancora più ricca di botta e risposta: l’indipendentista non si reca a Madrid per ricevere l’investitura ufficiale (non può mettere piede in Spagna perché rischia l’arresto). Il suo paese non ne riconosce l’immunità in quanto europarlamentare. Strasburgo – il 2 giugno 2020 – invece sì. Immunità che poco più di un anno dopo viene revocata dal Parlamento europeo con un voto. Il cui esito viene però sospeso il 30 luglio del 2021 dal Tribunale dell’Unione europea che respinge la richiesta di sospensione della revoca dell’immunità parlamentare all’ex presidente della Catalogna e ai suoi ex ministri Toni Comín e Clara Ponsatí. «Non vi è motivo di ritenere che le autorità giudiziarie belghe o le autorità di un altro Stato membro possano eseguire i mandati d’arresto europei emessi nei confronti dei deputati e consegnarli alle autorità spagnole», sentenzia il Tribunale dell’Ue.

In copertina EPA/STEPHANIE LECOCQ | Carles Puigdemont a Bruxelles, 5 febbraio 2018.

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