Coronavirus, crescono i contagi tra i più piccoli: come riconoscere i sintomi nei bambini

I sintomi del coronavirus nei bambini sono difficili da distinguere rispetto a quelli della classica influenza. Ecco i più caratteristici

Se da un lato i dati del contagio, in Italia, mostrano segnali di miglioramento generale, dall’altro c’è una categoria di persone che desta preoccupazione. Tra gli under 12 – per i quali non è stato ancora autorizzato il vaccino – i casi di Coronavirus non accennano a diminuire come nelle altre fasce di età, anzi. Nell’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità, si registra un aumento delle infezioni nella popolazione compresa tra 0 e 9 anni. «È probabilmente l’effetto di un mix tra attività scolastica, che eleva esponenzialmente le relazioni sociali dei più piccoli, e impossibilità di immunizzarli», spiega Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di pediatria, al Corriere.


Coronavirus o influenza?

Anche se i più piccoli si sono dimostrati, in ogni fase della pandemia, più resistenti agli effetti gravi dell’infezione, già si nota un maggiore ricorso all’assistenza ospedaliera per loro. I ricoveri sono aumentati del 4% nei bambini fino a 3 anni rispetto al primo semestre dell’anno. «Parliamo di lattanti – continua Staiano – per questo è importante che le donne incinte si vaccinino». Se è vero che la maggior parte dei pazienti più piccoli sviluppa forme lievi di Covid-19, il rischio è che in questa fase si possa verificare qualche decesso in più rispetto ai periodi precedenti. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, in Italia, sono stati riscontrati 350 casi di malattia infiammatoria multisistemica provocata dal Sars-CoV-2 nei giovanissimi, per i quali si è reso necessario il ricovero in rianimazione.


In attesa dell’approvazione del vaccino per la fascia di età 4-11 anni – Pfizer ha concluso il suo studio interno, si attende il lasciapassare delle agenzie regolatorie – l’unica indicazione da seguire è quella di far rispettare anche ai bambini il distanziamento interpersonale e fare indossare loro le mascherine. Ma come riconoscere se l’infezione contratta dai più piccoli è al Coronavirus o si tratta di una semplice influenza? È molto difficile distinguere i sintomi poiché, nella maggior parte dei casi, le malattie hanno le stesse manifestazioni. Ovvero disturbi gastrointestinali, mal di testa, congestione nasale rinorrea mal di gola. Ma come spiega Hagi Abdulkadir Ibrahim, responsabile dell’unità operativa di Neonatologia dell’Istituto Clinico Sant’Anna, Covid-19 e influenza «presentano delle sottili differenze cliniche nella sintomatologia. Bisogna valutare con particolare attenzione».

Asintomatici e paucisintomatici

In caso di contagio da Coronavirus, si riscontrano in modo più evidente febbre alta, affaticamento, dolori muscolari e una tossa secca particolarmente aggressiva. Inequivocabili, infine, due sintomi: la perdita di olfatto e gusto – anosmia e ageusia – e la presenza di sintomatologia respiratoria come il respiro corto. In alcuni casi si sono verificati anche degli sfoghi epidermici. Ma si tratta di un sintomo più raro che, da solo, non è riconducibile all’infezione da Sars-CoV-2. Ciò detto, nella maggior parte dei casi, i bambini positivi sono asintomatici e paucisintomatici. L’ospedale pediatrico Bambino Gesù, nella sua guida, ricorda che i sintomi nei più piccoli «tendono a limitarsi nel giro di una o due settimane. In media la durata della malattia è di quattro o cinque giorni».

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